Sinistra, resa dei conti "Il ’campo largo’ è saltato per interessi di bottega"

L’accusa del consigliere uscente Alessandro Gentiletti dopo la disfatta elettorale del mancato ballottaggio. Il segretario Pd: "Non siamo stati noi a non volere le primarie".

Sinistra, resa dei conti  "Il ’campo largo’   è saltato per interessi  di bottega"

Sinistra, resa dei conti "Il ’campo largo’ è saltato per interessi di bottega"

"Pd e M5S insieme avrebbero preso comunque più voti, perché l’unità è sempre più affidabile rispetto a divisioni strategiche motivate da interessi di bottega". Così Alessandro Gentiletti (foto al centro), tessitore del dissolto “campo largo“ del centrosinistra, consigliere comunale uscente di Senso Civico, già candidato sindaco alle precedenti amministrative e anima dell’opposizione nell’ultimo mandato, quando il muro del centrodestra sembrava invalicabile. Gentiletti non si è presentato in questa tornata, scottato proprio dal fallimento del “campo largo“, resta un esponente dell’associazione Terni Valley.

La sinistra non approda al ballottaggio, disastro annunciato?

Risultato assolutamente prevedibile e da tempo, anche perché gli elettori di sinistra non possono essere spostati come pedine. Viene dilapidato un grande patrimonio, fino a qualche mese fa eravamo maggioranza assoluta in città come dimostrato dalle politiche di settembre. In queste elezioni il centrosinistra ha perso l’anima. Una coalizione divisa non è la mia casa e questo hanno pensato anche gli elettori.

Il Pd in sé non è andato male, ci si poteva attendere di più dal M5S forse?

Numericamente il Pd ha retto, è vero, ma le prospettive della città non si contano sull’abaco, qualche centinaio di voti in più non valgono niente rispetto alla possibilità di dare un’alternativa alla città. Anche il M5S ha fatto i suoi errori e li ha pagati, con fughe in avanti che non hanno aiutato. Continuo a sostenere che Pd e M5S potrebbero trovare convergenze, se solo lo volessero

Come e dove ricomincia la sinistra, da un pugno di consiglieri comunali?

La sinistra dovrà rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ricostruire quello che era stato fatto in questi cinque anni di opposizione, ma non possono essere utili coloro che hanno contribuito a distruggerlo.

Che farà al ballottaggio?

Andrò a votare come ho sempre fatto e credo che ci debba essere discontinuità di politiche rispetto agli ultimi cinque anni, approfondirò le proposte dei candidati. Sicuramente non seguiro le istruzioni che eventualmente arriveranno da coloro che sono i responsabili di questo risultato, anche perché gli elettori sono liberi.

I maligni dicono che in caso di “campo largo“ il candidato sindaco sarebbe stato proprio Gentiletti, è vero?

Non mi è mai stata fatta una prosta del genere, anzi da parte di alcuni ho percepito che sarebbe stato proprio quello il problema, poiché io non rientro in certi schemi di apparato. Per questo mi sono fatto da parte, per favorire una soluzione che però non c’è stata"

La lettura di Pierluigi Spinelli, segretario comunale del Pd, terzo candidato consigliere più votato nella lista Dem, è un’altra:

"Gli accordi non si fanno con la calcolatrice in mano e noi un accordo abbiamo cercato di raggiungerlo con tutte le forze di opposizione".

Qual era la proposta?

Presentammo un ’piano delle idee’ cercando d’individuare una figura civica convinti, e continuo a pensarlo, che potesse avere più consensi. Per noi il professor Kenny era la figura giusta e alla luce dei fatti posso dire che era la persona con più possibilità di andare al ballottaggio.

Perché non si è raggiunto un accordo?

L’accordo con il M5S è saltato in tutta la regione, non è un caso ’ternano’, c’è un contesto regionale e nazionale che non agevola intese di natura elettorale. Pur di fare l’accordo avevamo proposto le primarie di coalizione, ma per il M5S andavano fatte in tutta l’Umbria. La storia che sia tutta colpa del Pd è stucchevole, gli accordi vanno fatti in due. Si potevano fare le primarie e azzerare le candidature ma il M5S non ha voluto fare un passo indietro su Fiorelli.

Come valuta il risultato del Pd?

Siamo il secondo partito della città, oltre 6700 preferenze come lista, i sondaggi avevano visto giusto. Il nostro Francesco Filipponi è il consigliere più votato in assoluto, avremo in Consiglio comunale 4 o 3 consiglieri, secondo l’esito del ballottaggio. Certo, c’è amarezza per non aver centrato noi il ballottaggio; non avevamo previsto l’exploit di Bandecchi.

Stefano Cinaglia