
C’è l’Oriente nei piatti di Shinto. Ma anche il trionfo gaudente della pasticceria napoletana, quella firmata dal maestro Giovanni Scaturchio. Lo chef Alfredo Versetto pratica la cucina fusion e la lascia dialogare con il made in Umbria, a partire dall’extravergine alle produzioni di Urbani tartufi "sapori versatili che ben si sposano alla cucina giapponese". Chi entra nel nuovo locale di via Mazzini, presentato ieri in anteprima alla stampa e alle istituzioni, dimentichi l’ex Caffè di Perugia, voluto negli anni’80 da Leonardo Servadio, come ritrovo chic dei perugini. Shinto è specchi, luci al neon, puff di velluto fuxia che danno un aria metropolitana e moderna al locale; atmosfere quasi disco reinterpretate con audacia dall’architetto Francesca Faraone. E poi ci sono le opere dell’artista perugino Mamo Donnari: le sue regine, l’Et sbrilluccicoso. "Ecco, Shinto – spiega l’artista – è l’’astronave’ scesa a Perugia. Vi stupirà con effetti speciali". Lo può ben dire. Le sale privè con i velluti, il piccolo club underground, le boiserie blu e il verde psichedelico del bancone: l’acropoli si prepari a nuove prospettive. L’operazione porta la firma di tre imprenditori. Quella della perugina Livia Germini con il marito Salvatore Castaldo e Miriam Castaldo (sorella di Salvatore). "Ci auguriamo che Shinto – dice Germini – sia utile anche alle altre attività del centro e che la sua presenza incoraggi altri imprenditori a investire sulla città". Parla di un segnale incoraggiante per la città, la governatrice Donatella Tesei: "Quello che ho notato subito entrando è la cura dei particolari e l’attenzione per il bello. Ed è così che dobbiamo comunicare l’Umbria: vivere bei momenti in un ambiente splendido". Ne è convinto anche il sindaco Andrea Romizi: "Un segnale coraggioso, di imprenditori seri".
Silvia Angelici