Indagini nel "deep web" e sulle transazioni in bitcoin, sequestrati 150 chili di marijuana

Maxi operazione della Guardia di finanza. Il carico vale 2 milioni di euro; partito dalla Spagna, doveva transitare in Umbria per arrivare nel Regno Unito

La droga sequestrata

La droga sequestrata

Perugia, 6 agosto 2020 - Si è avvalsa anche di sofisticate ricerche all'interno del deep web ed è arrivata ad esaminare varie transazioni tramite criptovalute (la più nota è il bitcoin) un'indagine della guardia di finanza di Perugia che ha portato al sequestro di 150 chili di marijuana (70 nel capoluogo umbro e 80 in Germania) risultata ad alto principio attivo e con un valore di mercato stimato in due milioni di euro.

Sette gli indagati e un fermato per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga con l'operazione China Express. Secondo il personale del Gruppo operativo antidroga un cittadino cinese, con altri connazionali in Italia e all'estero, faceva parte integrante di un'associazione a delinquere con base a Perugia.

Nel corso dell'indagine sono stati individuati e sequestrati, nel tempo, più di venti pacchi contenenti marijuana che, spediti dalla Spagna, dovevano transitare in Umbria per poi arrivare nel Regno Unito. Per mascherare il commercio illegale, i trafficanti - secondo le fiamme gialle - si avvalevano di diverse attività commerciali intestate a prestanome, tra cui una ditta di trasporti con un'unità operativa nel centro storico di Perugia.

I finanzieri, per evitare che i destinatari scoprissero che la «merce» era stata intercettata e sequestrata, hanno adottato diversi stratagemmi, tra cui la sostituzione della marijuana con erba del tutto innocua e la simulazione di problemi tecnici relativi alla spedizione. L'attività si è svolta con il supporto del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza di Roma. Nell'indagine per le intercettazioni è stato impiegato anche il captatore informatico trojan.