ERIKA PONTINI
Cronaca

Sei milioni di danni ai manager della sanità

Appalto prorogato negli ospedali per cinque anni. Mannaia della Corte dei Conti: tra gli incolpati Duca, Valorosi e Casciari

di Erika Pontini

I manager umbri della sanità avrebbero colpevolmente prorogato il servizio di lavanolo (il noleggio delle lenzuola negli ospedali) dell’Azienda ospedaliera di Perugia e dell’Asl 1 per favorire la ’monopolista’ Sogesi, rimasta in ’servizio’ a distanza di un quinquennio dalla scadenza del contratto. Tanto che a luglio del 2020 era ancora impiegata nonostante fosse ’scaduto’ anche l’appalto che sarebbe dovuto essere affidato alla società vincitrice della gara. Così facendo avrebbero provocato un danno da ripagare di circa 6milioni e 300mila euro: ovvero la differenza di costi fino al 2018 tra il costo di Sogesi e l’offerta della subentrante.

E’ un’altra tegola giudiziaria targata, stavolta, procura regionale della Corte dei Conti quella che tira in ballo pezzi da novanta della sanità pubblica, alcuni ancora in carica. Nelle ultime ore a nove persone è stato notificato l’invito a dedurre: 18 pagine di accuse fittissime. In particolare la procura di Rosa Francaviglia contesta il danno per colpa gravissima agli allora vertici dell’ospedale di Perugia e dell’Asl 1.

Tra gli ’incolpati’ gli ex direttori del Santa Maria Emilio Duca (generale), Maurizio Valorosi (amministrativo) e Diamante Pacchiarini e il responsabile unico del procedimento Carlo Nicastro (danni per circa 1milioni e 800mila euro). Assorbita dall’Erario la presunta quota di colpa dell’ex responsabile della Centrale unica, deceduto.

Altri 160mila euro vengono addebitati all’ex direttore Walter Orlandi e a Manuela Pioppo che però potrebbero ’uscirne’ anche grazie alla prescrizione visto che rispondono degli ultimi sei mesi dell’appalto scaduto prima di cambiare mansione. Un altro milione e 300mila euro è la quota che la procura imputa agli allora numeri uno dell’Asl, Andrea Casciari, Doriana Sarnari e Pasquale Parise. Secondo la procura contabile infatti i danni maggiori sono a scapito dell’ospedale di Perugia (oltre 4milioni e mezzo).

La storia del lavanolo compariva anche nelle intercettazioni di Concorsopoli che nel 2019 portarono allo scandalo e alla caduta del governo regionale.

In particolare – secondo la ricostruzione dei magistrati, sulla base delle indagini della guardia di finanza – gli ’invitati’ avrebbero emesso "illecite proroghe dei rapporti intrattenuti con la Sogesi", precedentemente affidataria del servizio di lavanoleggio e ritardato nello svolgere e nella conclusione della gara d’appalto e nell’affidamento al nuovo soggetto che l’aveva vinta. I risultati di questa tranche di accertamenti è arrivata a maggio scorso con un’informativa delle fiamme gialle: di lì la contestazione contabile, per adesso provvisoria, in attesa delle deduzioni che sono chiamati a dare i manager.

Negli atti la procura ricostruisce la vicenda della gara bandita dalla Cras nel 2015 per l’affidamento del servizio nel periodo 2016-2020: procedura conclusa solo nel 2018 con aggiudicazione tre anni e mezzo dopo il bando. "Tale inammissibile ritardo – scrivono i magistrati Rosa Francaviglia e Enrico Amante – foriero di pregiudizio erariale è conseguito alle condotte attive e gravemente omissive degli invitati i quali hanno inteso favorire l’illegittima permanenza nel servizio del precedente affidatario, Sogesi spa, consolidato monopolista del mercato di riferimento".

In particolare l’ospedale di Perugia tra il 2013 e il 2020 concesse nove proroghe tecniche e due contratti ponte mentre l’Asl 1 sei proroghe tecniche. "Ulteriori proroghe tecniche sono state disposte anche dall’Azienda ospedaliera di Terni". Le dilazioni sono state motivate – è riportato nell’atto – con l’impossibilità di procedere a gara propria in presenza di un procedimento avviato dalla Centrale unica di acquisto regionale e, successivamente all’aggiudicazione dell’appalto da parte della ’Servizi ospedalieri’, dal contenzioso in corso. tutto ciò nonostante Tar e Consiglio di Stato – sottolineano i magistrati – si fossero pronunciati in senso opposto. A luglio 2020 il servizio era ancora svolto da Sogesi e "l’emergenza pandemica ha consentito un’ulteriore protrazione nel doveroso avvicendamento del servizio".