Perugia, 17 maggio 2018 - In clausura, ma non fuori dalla realtà. Per suor Myriam D’Agostino, 33 anni, napoletana di origine e umbra d’adozione, la ‘rete’ è una «finestra allargata sul mondo». La monaca, laureata in Filosofia e diventata di recente giornalista pubblicista, accoglie con entusiasmo il «sì» del Vaticano all’uso dei social, anche da parte di chi ha scelto di dedicare la propria esistenza a preghiera e meditazione.
«Siamo nel 2018 e anche il nostro lavoro è cambiato. Rendiamo un servizio alla comunità, ci occupiamo di tantissime situazioni e dobbiamo poter comunicare con le persone», spiega la religiosa, che undici anni fa è entrata a far parte della comunità monastica benedettina di Sant’Anna, a Bastia Umbra. Da qualche tempo il monastero di clausura ha non solo un proprio sito internet, ma anche una pagina Facebook: «Nessuna di noi ha un profilo social personale – puntualizza suor Myriam –; è la comunità monastica, sotto la guida della Madre Badessa, che si interfaccia con l’esterno. Ospitando spesso ragazzi e pellegrini, abbiamo l’esigenza di restare in contatto con loro e questi nuovi strumenti facilitano le cose».
All’interno della struttura c’è una stanza con alcuni computer, che le suore possono utilizzare in giorni e orari prestabiliti. C’è poi un cellulare, a disposizione delle consorelle che ne abbiano necessità. Niente Instagram: le foto che vengono pubblicate on-line riguardano soprattutto luoghi ed eventi. «Condividiamo scatti che mostrano i nostri ambienti, ad esempio l’orto che coltiviamo», dice suor Myriam, che tiene le fila del sito web. «Ogni giorno – racconta – per un’ora mi dedico a rispondere alla corrispondenza virtuale. Riceviamo molte mail e le domande sono varie. I giovani chiedono informazioni sulle relazioni, gli adulti sul lavoro, i genitori su questioni legate alla famiglia. Chi fa ricerca vocazionale, invece, vuole sapere com’è la nostra vita. Alcuni ci chiedono anche indicazioni su dove soggiornare e in quel caso li mettiamo in contatto con i monasteri che fanno parte della nostra rete». L’apertura ai moderni canali di comunicazione, sostenuta con convinzione da Papa Francesco, non scalfisce il rigore della vita contemplativa: «Li utilizziamo nelle ore del nostro lavoro, senza mai sottrarre tempo alla preghiera», evidenzia suor Myriam, che adesso sogna di pubblicare un libro dedicato ai giovani.
Chiara Santilli