
Kameleddine Haj Mabrouk, 22 anni nato in Tunisia, ma residente a Città di Castello
Città di Castello (Perugia), 14 agosto 2025 – Un saluto alla mamma, al fratello e alla sorella nella casa di Città di Castello, poi via verso la Giordania per la vacanza dopo la laurea conseguita a luglio al Politecnico di Torino in Ingegneria matematica (col massimo dei voti e la lode). Partito circa due settimane fa ha regolarmente informato i suoi familiari del viaggio: “Era sereno e tranquillo”, fino al 10 di agosto quando si perde ogni traccia di lui. Questa è la storia di Kameleddine Haj Mabrouk, 22 anni nato in Tunisia, ma residente a Città di Castello, che risulta scomparso da tre giorni dopo un blitz delle autorità locali nell’albergo dove soggiornava nella città di Aqaba in Giordania, al confine con Israele e alcuni frammenti della Cisgiordania: una zona sensibile.
Dalla reception dell’hotel sono giunte alcune informazioni ai familiari del ragazzo perquisito dalle autorità locali nel corso di controlli a campione che sono considerati di routine, poi sarebbe stato portato via. Arrestato? Per quali reati? Solo fermato per controlli? Tanti interrogativi e dalle ambasciate risposte contrastanti, nessuna nota ufficiale.
Un mistero: inutile ogni tentativo di contatto, i suoi dispositivi non sono rintracciabili. La famiglia ipotizza che cellulare e computer siano stati sequestrati nel corso del blitz. Di certo si sa che non è salito nell’aereo che aveva prenotato per tornare in Italia: il volo è atterrato il 12 agosto a Fiumicino. Sua madre era andata a Roma nella speranza di vederlo scendere e riportarlo a casa, ma ha atteso invano. La mamma di Kameleddine, notando un movimento sul conto corrente (pagamento del check out dell’hotel) ha pensato che fosse stato rilasciato e che magari si trovasse senza telefono così è comunque andata all’aeroporto di Fiumicino, “ma di lui nessuna traccia”.
A lanciare l’allarme è la sorella Salsabil che ha diramato ieri un appello via social raccontando queste ore difficili: “Abbiamo contattato l’ambasciata italiana in Giordania e quella tunisina, ma le risposte sono state molto vaghe. Siamo preoccupate perché sarebbe già dovuto rientrare e non è da lui interrompere ogni comunicazione…”.
Arrivato nel capoluogo tifernate a 3 anni Kameleddine Haj Mabrouk ha frequentato l’istituto tecnico Franchetti Salviani dove si è diplomato col massimo dei voti, ha avuto poi accesso a una borsa di studio per iscriversi al Politecnico di Torino alla facoltà di Ingegneria matematica dove, circa un mese fa, si è laureato. “Mio fratello è un uomo per la pace, è da sempre vicino alla causa palestinese, ma non era in Giordania con nessuna associazione, era andato semplicemente a fare una vacanza di un paio di settimane prima di riprendere gli studi, si è già iscritto alla magistrale a Trento”. Salsabil teme che le autorità locali possano aver trovato nei suoi dispositivi magari alcuni gruppi Telegram d’informazione vicini al movimento palestinese e che questo possa aver causato problemi al ragazzo.