"Sanità, non c’è risposta ai bisogni più elementari"

Quattordici associazioni cittadine denunciano l’assurda situazione territoriale e puntano l’indice sulla Regione: "Errori, omissioni e inadempeinze"

"I cittadini non trovano più risposta ai bisogni più elementari di salute, come un ricovero ospedaliero, una prestazione ambulatoriale, la gestione di una disabilità o di una malattia cronica, tanto meno servizi adeguati per la prevenzione". Così 14 associazioni cittadine ( Cittadini Liberi, Terni Valley, La Pagina, Interamnopolis, Salute e Partecipazione, Aumat, Tribunale diritti del Malato, Acli, “Claudio Conti“, Arci, Cittadinanza attiva, Aladino, TerniDonne) che hanno presentato il “Manifesto della sanità territoriale“. "Le lunghe ed umilianti attese al pronto soccorso - continuano – , le liste d’attesa intollerabili e pericolose nei servizi diagnostici e nelle liste operatorie, la fragilità dei servizi di medicina territoriale, drammaticamente evidenziata dalla pandemia, la insufficiente qualità delle prestazioni di cura prodotta dalle crescenti carenze organizzative, gli squilibri nelle dotazioni di personale dirigente all’Azienda ospedaliera di Terni, dove mancano ben 10 primari, sono arrivati ad un livello di insostenibilità per la popolazione". Nel mirino, la Regione. Le associaizoni lanciano "un forte allarme sul progressivo degrado dei servizi assistenziali che dovrebbero essere garantiti dall’Asl2 dell’Azienda ospedaliera di Terni; degrado causato da errori, inadempienze ed omissioni della Regione Umbria che, sulla sanità, ha dirette responsabilità di governo e di gestione". "La sanità ternana e l’azienda ospedaliera in particolare - aggiungono le associaioni – hanno sofferto di una fortissima sperequazione storica, nei finanziamenti gestionali e negli investimenti, in strutture ed attrezzature, fra area perugina e ternana e non ci sono segnali di una volontà regionale per il riequilibrio".

Ste.Cin.