
Un ex sindaco che potrebbe presto essere assunto come segretario e amministratore all’Opera del Duomo scatena nervosismo e sospetti politici intorno a presunte trame che ruotano intorno all’importante istituzione. L’ex sindaco è quello di Todi, Carlo Rossini, dipendente della Cna e segretario amministrativo della fondazione dell’istituto Crispolti, una ex opera pia tuderte. Rossini, piddino in idilliaci rapporti con il clero tuderte, sarebbe il candidato in pectore per prendere il posto del segretario Giuseppe Mearilli che è prossimo al pensionamento dopo anni al servizio dell’Opera. Opera che, essendo un ente autonomo con un consiglio d’amministrazione nominato dal vescovo e dal ministro dell’Interno, può decidere come meglio crede, ma in questo caso la questione dell’assunzione è piuttosto controversa.
Il vescovo avrebbe lasciato completa libertà al consiglio al cui interno ci sarebbero però dei maldipancia rispetto alla candidatura di Rossini, sostenuta con forza dal mondo ecclesiastico tuderte e, con un po’ meno di convinzione, anche da quello orvietano. Intanto c’è un’inevitabile questione di campanilismo legato al fatto che alcuni vorrebbero, a parità di curriculum, un orvietano e non un tuderte ricoprire quel ruolo. Poi c’è il piano politico che, a sentire i beni informati, costituisce la vera chiave di lettura di tutta la storia. Rossini vorrebbe infatti ricandidarsi a sindaco di Todi alle elezioni del prossimo anno per prendersi la rivincita contro Antonino Ruggiano che lo aveva sconfitto nel 2017. Per poter però competere per la fascia tricolore non può mantenere il proprio posto alla Crispolti dal momento che esiste una incompatibilità legata al fatto che la fondazione ha rapporti stretti con il Comune di Todi, tanto che lo stesso Rossini nel 2018 si era dimesso da consigliere comunale per lavorare alla Crispolti.
Da qui il “trasloco“ all’Opera di piazza Duomo. Mentre il presidente dell’Opera Andrea Taddei preferisce non commentare, ad andare all’attacco è il consigliere comunale di Orvieto Stefano Olimpieri. "Porto grande rispetto all’Opera, ma è difficile accettare che debba diventare il cimitero degli elefanti per i “trombati“ del Pd – dice – l’attuale presidente era capogruppo a Orvieto dei Dem, un membro del cda è un ex esponente della segreteria regionale del Pd (Nicola Pepe ndr.) e ora anche l’ex sindaco di Todi che potrebbe essere assunto come responsabile amministrativo. Un grande ente come l’Opera rischia di essere ridotta a succursale del Partito democratico".
Cla.Lat.