
“Rivolta“ contro i tagli ai Comuni. Presciutti e Bandecchi alla carica
I tagli del Governo ai Comuni fanno infuriare i sindaci umbri. Ammontano a quasi 16 milioni di euro i fondi tagliati ai Comuni dell’Umbria dal 2024 al 2028 nell’ambito di un intervento nazionale da 250. È la stima che fa Massimiliano Presciutti, presidente umbro della Lega delle autonomie locali italiane e sindaco di Gualdo Tadino. Il quale sostiene che saranno penalizzati "quelli più virtuosi che hanno preso più fondi". Per Presciutti in Umbria "si va da Perugia, che dovrà fare a meno di 4,1 milioni di euro, a Foligno, 950 mila euro fino al 2028, passando per Città di Castello (850 mila), Spoleto (818 mila), Gubbio (562 mila), Assisi (655 mila), Gualdo Tadino (344 mila), Corciano (383 mila), Bastia Umbra (418 mila) solo per citare i centri maggiori". "Notizie non di certo incoraggianti per gli enti umbri - sostiene ancora Presciutti -, visto che già da tempo si trovano a fronteggiare una continua diminuzione delle risorse economiche a disposizione. Passate le elezioni, con questa manovra correttiva irragionevole e scellerata verso gli enti locali, è dunque emersa la vera volontà di questo Governo, ossia quella di penalizzare i territori, i Comuni ed i cittadini, che senza i necessari fondi non potranno crescere". "Anzi la paura è quella che ora i tagli continuino e possano riguardare anche la sanità ed il welfare, settori già in grande difficoltà - continua il presidente umbro della Lega delle autonomie locali – . Tagliare fondi nel prossimo quinquennio per i Comuni Umbri per quasi 16 milioni di euro significa oltre che penalizzare gli enti che sono stati più bravi ad attrarre risorse, anche rallentare e bloccare la crescita dei nostri territori e delle nostre comunità, che sono già in forte sofferenza rispetto ad altre Regioni italiane. Come Ali Umbria siamo dunque pronti a batterci fortemente ed in ogni luogo" . Sulla questione tuona anche il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: "Per quanto mi riguarda la gestione Stato-Regioni-Comuni, oggi quasi concorrenti fra di loro, è tutta da rivedere in quanto assurda. Per questo è impossibile dare ai cittadini servizi adeguati". "Il sistema attuale – prosegue Bandecchi - non produce ricchezza, non sostiene il commercio e le imprese, non c’è vitalità. Serve un profondo cambiamento per il nostro Stato: l’autonomia differenziata regionale porterà altra miseria perché lo Stato sarà ancora più povero e le Regioni ancora più centrali in un contesto nazionale in cui i Comuni hanno bisogno di rapportarsi direttamente con lo Stato".