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Risarcita Anna Leonori Le amputarono braccia e gambe: avrà due milioni

Dopo nove anni dall’inizio del calvario, la donna (ora 51enne) sarà indennizzata "È stata fatta giustizia, poteva succedere a chiunque. È drammatico".

Risarcita Anna Leonori Le amputarono braccia e gambe: avrà due milioni

Anna Leonori, la ternana alla quale a 46 anni sono state amputate braccia e gambe, dopo un “viavai“ con tre ospedali, tutto a causa di diversi errori medici. dopo nove anni dall’inizio di tutto, ha ottenuto un risarcimento di oltre due milioni di euro. "Guardare indietro è tostissimo, oggi vorrei pensare al futuro e vivere con più serenità", racconta Leonori. Adesso è felice, "perché è stata fatta giustizia, poteva succedere a chiunque. È drammatico". Un percorso legale durato quasi dieci anni e che si è concluso "tre mesi dopo l’incontro illuminante con l’avvocato Erdis Duraci", spiega. "Ho rivisto il sorriso nel volto di Anna, un volto perso quando l’ho conosciuta", commenta il legale. Tutto ha inizio nel 2014 con una diagnosi di tumore alla vescica, "quarto grado infiltrante". "Al Regina Elena di Roma mi tolgono utero e ovaie. Poi Arriva il risultato del secondo esame istologico: è negativo - racconta lei- La presa di coscienza non è stata immediata. All’inizio ho provato gioia. Mi hanno ricostruito una vescica ortotopica che, però, ha iniziato a dare problemi. Sono cominciati ricoveri e infezioni". A maggio 2017 torna al Regina Elena dove rimane per un mese. Fanno diverse ricerche pensando a un tumore al peritoneo, ma non risulta. Per una settimana prende gli antibiotici prescritti, "senza ulteriori accertamenti". Il 7 ottobre 2017 Anna va in setticemia. "I soccorsi all’ospedale di Terni non sono stati immediati. Sono stata in coma - naturale e indotto - per due mesi e mezzo. Al mio risveglio era iniziata la necrosi degli arti", racconta. L’amputazione avviene al Bufalini di Cesena dove la trasferiscono. Dell’ultimo ospedale, però, "non posso che parlare bene – sottolinea – ormai era troppo tardi per intervenire". Oggi Anna ha 51 anni e vive con quattro protesi agli arti e una stomia urinaria. È mamma di due figli, di 14 e 18 anni. "Mi sono rimessa in piedi per i miei ragazzi. Sono loro che aiutano me. Recuperare il rapporto con mio figlio maggiore è stato più complicato – spiega –. Ha alcuni problemi, comunica con molta difficoltà".

A cambiarle la vita in positivo, dopo l’amputazione, è stato poi l’incontro con la la schermitrice olimpionica Bebe Vio. "Lei e i suoi genitori mi hanno dato dei consigli, mi hanno parlato del percorso fatto da Beatrice". Per quanto riguarda, poi, le protesi, "ci sono alcune che non sono comprese nel nomenclatore. Bisogna aggiungere 7mila euro a quelle che passa la Asl. Poi ci sono gli arti artificiali di ultima generazione che permettono di fare più movimenti", spiega. Sembrava impossibile averli, ma le associazioni, i privati e la sua città hanno aiutato Anna a comprarli. "Fino a oggi ho indossato queste protesi come un bel vestito, con la paura potessero rompersi - racconta - questo non mi ha permesso di sfruttarle al massimo. Ma ora le porterò con più serenità".