
È "battaglia" sull’asse Perugia-Pescara per la riorganizzazione dei provveditorati dell’amministrazione penitenziaria. Organizzazione che, al momento, vede l’Umbria aggregata alla Toscana, con la soppressione del "suo" ufficio e con non pochi problemi di gestione, ripetutamente sottolineati dai sindacati di polizia penitenziaria. In particolare per una gestione che vede particolarmente penalizzate le case circondariali della regione, utilizzate, sempre secondo i sindacati, come una sorta di "disimpegno" dei detenuti più problematici, tra cui gli psichiatrici che, però, nelle strutture umbre, non hanno i reparti dedicati. Con quotidiani problemi di convivenza. Lo spiraglio per l’Umbria si era aperto, nei giorni scorsi, con le disposizioni messe nero su bianco da un decreto del presidente della Repubblica nel quale si decretava, nero su bianco, la separazione tra Umbria e Toscana e la creazione di un provveditorato che unirebbe Umbria, Molise e Abruzzo. La novità più consistente, però, è la collocazione a Perugia della sede del provveditorato. Una modifica allo stato attuale delle cose che i sindacati, ma anche la politica con in testa la presidente della Regione, Donatella Tesei, hanno salutato in modo estremamente positivo. In Abruzzo, però, gli umori sono di tutto altro genere. Tanto da presentare un’interrogazione al ministero della Giustizia sulle ragioni del collocamento a Perugia. La firma è quella del senatore Pd, Michele Fina "Ho depositato un’interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sull’argomento - spiega - ed è giusto adesso che anche la Regione Abruzzo e il suo presidente intervengano per incidere, come chiedono i sindacati. La proposta di provvedimento attraverso cui si sceglie Perugia come sede del Provveditorato va modificata". Domani manifestazione di protesta davanti alla Regione Abruzzo.