Morì a 17 anni poco dopo il ricovero. Il padre: "Chiedo la verità. L’Ecmo torni subito a funzionare"

Parla Gennaro Elia, padre della 17enne morta in ospedale a 48 ore dal ricovero Oggi nuova perizia con la formula dell’incidente probatorio. Ci sono cinque indagati

Maria e l’amatissimo papà, Gennaro Elia

Maria e l’amatissimo papà, Gennaro Elia

Perugia, 5 aprile 2023 - Stamattina sarà in tribunale: il giudice Natalia Giubilei ha disposto una nuova perizia con la formula dell’incidente probatorio. E Gennaro Elia sarà presente, con i suoi avvocati, Antonio Cozza e Nicodemo Gentile: vuole sapere perché la figlia Maria è morta il 27 marzo del 2022 a soli 17 anni mentre era ricoverata al Santa Maria della Misericordia, e vuole sapere se davvero è stato fatto tutto per tentare di salvarle la vita. Ci sono cinque iscritti nel registro degli indagati: un medico e quattro tirocinanti.

La sua battaglia non è solo per la verità...

"Mia figlia è entrata in ospedale sulle sue gambe e ne è uscita morta. Non riesco a farmene una ragione. Voglio sapere cosa è successo. E voglio che torni a funzionare l’Ecmo, quel macchinario per l’ossigenazione extracorporea del sangue che secondo i nostri consulenti, se utilizzato in tempo, avrebbe potuto salvare la vita di mia figlia".

A Perugia c’è, ma in quelle maledette ore si pensò di trasferire Maria a Firenze...

"Anche questo ci devono spiegare. I medici che l’hanno avuta in cura hanno ritenuto a un certo punto che l’Ecmo avrebbe potuto aiutarla. Era già tardi e si sono rivolti a Firenze, quando l’Ecmo c’è anche a Perugia, ma non è ’in funzione’. Ecco, la mia è una battaglia su due fronti: capire se la mia Maria poteva essere salvata e fare in modo che quel macchinario salvavita all’ospedale di Perugia sia sempre operativoe a disposizione di tutti. Anche per questo ho dato vita all’associazione “La voce di Maria“ che aiuterà persone e famiglie coinvolte in casi di malasanità, malagiustizia, incidenti stradalio o infortuni sul lavoro".

È stata disposta una nuova perizia, come la fa sentire questo?

"Sono emozioni contrastanti: ho accolto con piacere la decisione del giudice perché penso possa contribuire a chiarire i fatti. E poi c’è la rabbia: il giudice si fa le stesse domande che mi faccio io, che facevo ai medici che tenevano in cura Maria".

Cosa le manca di più di sua figlia?

"I sorrisi e gli abbracci. Era una ragazza solare e tenace, aperta alla vita. Casa è ancora piena delle sue cose: ci sono i colori che amava, il rosa, il lilla e il fucsia. I suoi trucchi sono ancora in bagno e dove mi giro ho l’impressione di vederla. La sua assenza è una tortura costante".

AnnA