
"Pochi, se non gli addetti ai lavori sanno che Raffaello debuttò a Città di Castello: nel dicembre del 1500 il giovanissimo pittore firmò il suo primo contratto con Andrea Baronci per l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino in Sant’Agostino, una grande tavola di quasi quattro metri di altezza. Aveva solo 17 anni, ma veniva chiamato magister Rafel, cioè è un maestro autonomo con bottega e doveva pagare le tasse", stralci della giovinezza del grande artista che si possono vedere a Città di Castello. E la grande tavola con l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino, danneggiata nel terremoto del 1789 e da allora dispersa in frammenti, è ricostruita in questa occasione nei suoi pezzi principali. Da ieri in Umbria c’è una bella opportunità per ripercorrere la ricchezza della velocissima e straordinaria educazione artistica di Raffaello. Sulla scia del Cinquecentario del genio urbinate "Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo", fino al 9 gennaio da la possibilità – con un nuovo percorso del museo accessibile dall’ingresso monumentale originario – di viverne gli esordi artistici. L’esposizione, promossa dal Comitato regionale umbro per le celebrazioni raffaellesche, curata da Marica Mercalli e Laura Teza, vuole ricostruire le esperienze che il giovanissimo pittore poté vivere in un ambiente ricco di stimoli culturali legati al soggiorno di Luca Signorelli in città. L’esposizione si snoda nel piano nobile, in diverse sale. Cuore del racconto è il Gonfalone a doppia faccia di Raffaello, unica sua opera mobile rimasta in Umbria conservata in Pinacoteca e restaurato per l’occasione, è allestito vis à vis con il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, a testimonianza dello sguardo di Raffaello che li ha legati insieme per sempre. Presenti in mostra anche alcuni disegni, uno da Oxford. Per visitare la mostra è consigliata la prenotazione: [email protected], 075 8554202.