
Santubaldari in festa come tutta la città di Gubbio per la Festa che omaggia il patrono
Anche se priva di quell’agonismo che, in fondo, fa parte della Festa dei Ceri, la mattina del 15 maggio ha restituito alla città emozioni uniche, percepibili solo in determinati momenti, come quelli di ieri mattina. A partire dalle prime ore del mattino, quando i Tamburini hanno dato il via alla lunga giornata, svegliando i protagonisti della Festa con il suono delle bacchette sulla pelle tesa dei tamburi: il Primo e Secondo Capitano, Fabio Latini e Oliviero Baldelli, l’alfiere Marcello Cacciamani, il cappellano dei Ceri don Mirko Orsini e i tre capodieci, Giuseppe Piccioloni per Sant’Ubaldo, Giuliano Baldelli per San Giorgio e Mattia Martinelli per Sant’Antonio. Quindi la visita al cimitero per onorare i ceraioli defunti (con un pensiero particolare per Ivo Ragni Calzuola, per tutti ‘l Grillo, capodieci del Cero di Sant’Ubaldo nel 1982 venuto a mancare nella serata del 14 maggio) e poi la messa presso la chiesetta di San Francesco della Pace detta dei Muratori, al termine della quale sono stati estratti i nomi dei due Capitani per la festa del 2027, annunciati dal terrazzino della Chiesetta dei Muratori: Gianluca Lorenzi Primo Capitano e Fabrizio Monacelli Secondo Capitano. Quindi l’uscita delle tre statue dei Santi, che hanno poi sfilato per le vie del centro fino ad arrivare in Piazza Grande, poi la tradizionale consegna del "mazzolino" di fiori prima del ritrovo presso il borgo di Santa Lucia per la partenza delle sfilate: tre lunghi fiumi colorati (giallo per Sant’Ubaldo, blu per San Giorgio e nero per Sant’Antonio) hanno accompagnato i rispettivi capodieci per le vie di un centro storico addobbato a festa.
Quindi il cerimoniale dell’alzata, che scandito dal suono del Campanone ha coinvolto, oltre alle autorità ceraiole della giornata, anche il vescovo e il sindaco di Gubbio Luciano Paolucci Bedini e Vittorio Fiorucci, rispettivamente con la benedizione della folla in Piazza Grande e con la consegna delle chiavi della città al Primo Capitano Fabio Latini, fino al momento più atteso, cioè il lancio delle brocche. I tre "saluti" (alla folla, ai Campanari e alla Basilica) e poi "Via ch’eccoli", l’alzata è compiuta, i Ceri si stagliano nella folla che gremisce Piazza Grande per le tre girate della mattina prima di infilarsi nella "Mostra", occasione per rendere omaggio a ceraioli anziani, permettendo anche ai meno giovani di dare una "spallata" sotto la stanga.
Federico Minelli