
Da anni occuperebbe abusivamente l’alloggio del custode del palazzo del Tribunale di Spoleto, il Comune (nella foto il sindaco Andrea...
Da anni occuperebbe abusivamente l’alloggio del custode del palazzo del Tribunale di Spoleto, il Comune (nella foto il sindaco Andrea Sisti) dispone lo sgombero ed invia il conto dell’affitto mai pagato. Il problema dell’inquilino moroso, che dopo lo sfratto non vorrebbe lasciare l’appartamento, non riguarda solo i privati cittadini, ma anche gli enti pubblici e in questo caso il Comune di Spoleto. L’accertamento dell’indennità di occupazione senza titolo parte dal 2015 ed ammonta a circa 30mila euro. Il dato esatto è riportato nella determinazione dirigenziale pubblicata di recente all’albo pretorio del Comune, dove viene ricostruita una vicenda che parte già dal 2012, quando l’ente pubblico affidò ad una cooperativa sociale il servizio di custodia e centralino del Tribunale di Spoleto. Come da contratto, "l’addetto al servizio era tenuto ad utilizzare l’appartamento esistente nel palazzo di giustizia (di proprietà del Comune) in corso Mazzini a titolo di abitazione". Dal 2015 però cambiano le leggi e le spese di funzionamento degli uffici giudiziari diventano di competenza del Ministero della Giustizia. La cooperativa che gestiva il servizio di custodia per conto del Comune richiede invano alla ex custode "la restituzione dell’appartamento e la riconsegna delle relative chiavi ai competenti uffici comunali".
Il Comune quindi avvia le procedure amministrative per lo sgombero dell’appartamento e nel 2019 emette un’ordinanza di rilascio dell’immobile. Contemporaneamente acquisisce la relazione di stima per il calcolo dell’indennità di occupazione senza titolo dalla quale risulta che l’indennizzo mensile ammonta ad 250 euro. Dopo numerosi tentativi la ex custode attraverso il suo legale chiede di poter utilizzare l’immobile "fino al 31 dicembre 2019, a causa dei lavori di ristrutturazione della propria abitazione, con l’impegno a corrispondere la giusta indennità", ma anche in questo caso nulla di fatto e nessuno avrebbe restituito le chiavi. La donna ha anche richiesto la sospensiva dell’ordinanza di sgombero, ma sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno respinto l’appello cautelare. Ad oggi dopo oltre dieci anni il problema permane, il Comune non ha ancora riavuto l’appartamento e si è trovato costretto ad emettere quindi una nuova determinazione di sgombero. Nel frattempo è lievitato comunque il conto per l’affitto. Ora all’ammontare del dedito è pari a 29mila euro a cui si aggiungono anche 335,53 euro di interessi e rivalutazione.