SILVIA ANGELICI
Cronaca

Aprono la loro casa ai profughi. "Sono nostri fratelli"

Riccardo e Chiara Conti, quattro figli, hanno sentito subito che ’dovevano’ aprire la loro casa a Natalia e Lian in fuga da Odessa con i ragazzi

La casa perugina che ha accolto i profughi

La casa perugina che ha accolto i profughi

Perugia, 12 marzo 2022 - L’odore del sugo al basilico che bolle sul gas, il sorriso rassicurante dei padroni di casa, la tavola apparecchiata per dieci, sei ragazzini che scorrazzano nel salone mentre si mescolano lingue diverse: eccola l’altra faccia della guerra. Quella che ci parla della generosità, dell’essere pronti nell’emergenza, del saper offrire un tetto sopra alla testa a chi fugge dall’inferno Ucraina. Chiara e Riccardo Conti, insegnante lei, impiegato lui, abitano a Ponte d’Oddi con i quattro figlioletti Miriam, Giorgia, Luca e Susanna (la più grande 8 anni, la più piccola meno di due). Senza pensarci più di tanto ("è bastato uno sguardo d’intesa tra me e mio marito", racconta Chiara) questa famiglia perugina, già numerosa del suo, ha deciso di allargarsi un altro po’ ed accogliere 4 profughi. "Dietro questa operazione – dice la coppia - c’è il grandissimo lavoro svolto da tanti volontari: quelli della Caritas e della chiesa ucraina. Va detto, che una volta trovate le famiglie ospitanti , i volontari non le abbandonano ma si occupano poi di tutte le operazioni relative all’accoglienza (tamponi, vaccinazioni, compilazione dei moduli in Prefettura, inserimento dei bambini nelle scuole, permessi di soggiorno, sostegno per l’acquisto di cibo e vestiario)". Così, dopo cinque giorni di viaggio in auto sono arrivate da Odessa Natalia e Ilian con i rispettivi figli Cassandra (13 anni ) e Nicola (8). Le due donne si sono alternate alla guida, lasciandosi alle spalle fame, distruzione e terrore.

Scambiamo quattro parole in inglese, Cassandra traduce. Mamme orgogliose della loro “impresa“. "Possiamo garantire un futuro a loro". Sdrammatizzano, dicono che sono state fortunate a trovare una famiglia come quella di Riccardo e Chiara. Pregano per il loro popolo e dicono che vogliono trovarsi un lavoro per non pesare troppo sui loro ospiti.

Chiara, ma lei come farà a conciliare lavoro e gestione della casa? Voi eravate già in sei...

"Appunto, baldoria per baldoria, non cambia tanto. Abbiamo comunque chi ci aiuta, tra parenti, Caritas, volontari della chiesa".

Come ci sente a fare del bene?

"E’ un sentimento bellissimo - rispondono all’unisono Chiara e Riccardo -. Come ha detto anche il cardinale Bassetti, il dono fa bene a chi lo compie e a chi lo riceve. In questo momento è importante stringersi tutti attorno ai fratelli dell’Ucraina, sostenendoli qui a Perugia o inviando viveri nel loro paese martoriato".

Ma non vi ha messo pensiero aprire la vostra casa a degli sconosciuti, dividere i vostri spazi con altre quattro persone?

"Queste persone sono dei profughi che scappano dalla guerra. E la guerra è atroce, non si racconta. Loro sono gli eroi, noi ci limitiamo ad aggiungere un posto a tavola, tanto 6 che dieci!". La cena è quasi pronta. I ragazzi hanno fame. "Volete cenare con noi? Abbiamo polpette al sugo, pane e insalata. Se vi accontentate...".