Prof rimosse il crocefisso, il caso in Cassazione

Nacque a Terni 12 anni fa la questione sollevata da un insegnante in una scuola superiore in nome della laicità dello Stato

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E’ sanzionabile il docente che rimuove il crocifisso da un’aula scolastica in nome della laicità dello Stato e di eventuali discriminazioni verso altre confessioni religiose? Nasce da Terni il caso discusso ieri dalla Cassazione a sezioni unite e che farà giurisprudenza su scala nazionale (nella foto un’aula di giustizia). La vicenda risale a ben 12 anni fa in un Istituto scolastico superiore di Terni e, nei primi due gradi di giudizio, ha visto confermata la sospensione di trenta giorni dall’attività didattica inflitta al professore dall’allora preside della scuola superiore in questione.

E’ attesa per le prossime settimane la decisione della Cassazione sulla questione del crocifisso nelle aule scolastiche: come avviene per tutte le cause civili, infatti, il verdetto sara’ reso noto attraverso il deposito della sentenza con le motivazioni, cosa che, di norma, avviene entro un mese dallo svolgimento dell’udienza, che si è volta appunto ieri.

Al centro della vicenda, all’esame delle sezioni unite civili della Suprema Corte, il ricorso di un professore di Terni il quale ha avviato una causa contestando la sanzione disciplinare della sospensione per trenta giorni inflittagli nel 2009 dall’Ufficio scolastico provinciale su segnalazione del dirigente scolastico. "Il professore – si legge nell’ordinanza interlocutoria con cui la sezione lavoro della Corte, nel settembre scorso, ha trasmesso gli atti alle sezioni unite – invocando la libertà di insegnamento e di coscienza in materia religiosa", aveva "sistematicamente rimosso il simbolo prima di iniziare la lezione, ricollocandolo al suo posto solo al termine della stessa".

La Corte d’Appello di Perugia, nel 2014, aveva dichiarato legittima (come gia’ stabilito a Terni dal giudice di primo grado) la sanzione disciplinare per il docente, il quale, quindi, si e’ rivolto ai giudici del ‘Palazzaccio’ che ieri, a sezioni unite, hanno trattato l’argomento, di rilevanza nazionale. Lo stesso docente, qualche anno dopo, è stato nuovamente sanzionato in via disciplinare per lo stesso motivo in un altro Istituto scolastico superiore della città. E’ ovvio che anche quella sanzione sia legata a quanto deciderà la Corte di Cassazione a sezioni unite sulla questione.

Stefano Cinaglia