Acque agitate, su più versanti, in Arvedi Ast. Dall’accordo di programma che non si vede, bloccando investimenti e piano industriale, all’aspro contrasto con il sindaco Stefano Bandecchi (da cui prendono nettamente le distanze Lega e FdI) sulla bonifica dell’ex discarica, fino alle 16 ore di sciopero, fa svolgersi entro il mese, che i sindacati dei metalmeccanici proclamano al Tubificio. E proprio il Tubificio diventa il “simbolo“ delle criticità che registra l’Acciaeria nel suo complesso. "A nove mesi dallo scorporo del Tubificio da Acciai Speciali Terni non è più rinviabile un piano di rilancio e sviluppo credibile del sito – tuonano le segreterie dei metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm e Fismic oltre alle Rsu di stabiliment –. registriamo una distanza tra le prospettive annunciate dall’azienda e le preoccupazioni dei lavoratori in ordine ai volumi produttivi, agli investimenti, all’organizzazione del lavoro e alla salute e sicurezza, che vengono tutte confermate. A nove mesi dello scorporo con la consapevolezza delle criticità e i sacrifici fatti dai lavoratori, preso atto della volontà di proseguire il percorso di rafforzamento e autonomia del Tubificio di Terni, serve oggi un piano di rilancio e sviluppo che sia praticabile e credibile".
"È compito del nuovo management - continuano i sindacati – indicare con quali scelte e quale organizzazione del lavoro si devono predisporre per raggiungere tali propositi. Sicuramente non è convincente l’attuale organizzazione dove modalità operative e professionalità sono state messe in discussione dopo la scelta della reinternalizzazione del taglio dei tubi, che comunque viene notevolmente modificata rispetto al vecchio modello della filiera, con carichi di lavoro insotenibili sugli operatori. Un progetto industriale di sviluppo per essere credibile non può partire solo da efficienze e diminuzioni dei costi che si scaricano sistematicamente su chi lavora. È auspicabile sempre, ma in modo
particolare in questa fase di incertezza, il coinvolgimento dei lavoratori che hanno reso
competitivo ed efficiente lo stabilimento in tutti questi anni". "Ulteriore elemento di difficoltà e dato dalla fase di stallo sull’accordo di programma e della conseguente mancata discussione sul dettaglio del piano industriale - aggiungono i sindacati - e per questo chiediamo sin d’ora chiarezza e responsabilità". Intanto al Tubificio, scioperi e stato di agitazione.