Ha trovato una significativa cassa di risonanza, nel corso del Festival del Medioevo, la ripavimentazione di Piazza Grande ed il valore dello straordinario complesso architettonico formato dai Palazzi dei Consoli e Comunale, definito dallo storico dell’architettura Guglielmo de Angelis D’Ossat "una realizzazione d’importanza mondiale". Intervenendo nel "Salotto del Festival", su TRG, il sindaco di Gubbio Filippo Stirati ha fatto il punto sui lavori in corso fornendo spiegazioni ed anche assicurazioni sulla conclusione dell’intervento. "Attualmente – ha affermato Stirati – il cantiere è fermo. Con la Soprintendenza, con la quale è in atto una forte collaborazione, stiamo studiando una variante in corso d’opera necessaria per valorizzare e tenere conto dei reperti emersi. Non soltanto quelli relativi alle fondamenta, già note, del loggiato che chiudeva la Piazza sul versante di Via Baldassini, quanto a ciò che è stato scoperto successivamente come una vecchia pavimentazione ed altri al centro della platea magna. Si stanno studiando soluzioni che consentano di avere un risvolto delle scoperte sul disegno della pavimentazione stessa. Sulla base della tempistica, tutto procede secondo le previsioni per averla pronta per la prossima Festa dei Ceri".
Di Piazza Grande e dell’intero complesso si è parlato anche in chiave di riconoscimento quale bene immateriale dell’Unesco con un esperto ed uno studioso del settore quale Carlo Tosco, al termine della sua relazione su “Le città di pietra”. Tosco, architetto, è professore ordinario di Storia dell’Architettura al Politecnico di Torino e coordina il corso di laurea inter-ateneo in “Progettazione delle aree verdi e del paesaggio”. "Ci troviamo di fronte ad un complesso architettonico che ha tutto per meritarsi il riconoscimento Unesco anche se, conoscendo le procedure – è imporante operare con un progetto ben articolato e convincente". Per evitare, magari, delusioni come quelle relative alla Festa dei Ceri. A parte l’errore compiuto nel decidere di uscire dal “progetto delle macchine a spalla”, il fatto che la rincorsa sia andata delusa dopo anni per decisione non già dell’Unesco, sulla cui tavola sembrerebbe che la pratica non sia mai arrivata, ma del Gramas (“Grandi macchina a spalla”), qualche riflessione la propone.