SOFIA COLETTI
Cronaca

Perugia inaugura il Salone Storico

Un tesoro della Soprintendenza archivistica, restaurato e impreziosito con undici opere della Galleria Nazionale

di Sofia Coletti

C’è un nuovo, preziosissimo spazio che si apre alla città in un recupero che profuma di bellezza, di restituzione e di collaborazione. Così è stata presentata ieri l’inaugurazione del Salone del Refettorio del Complesso di Santa Caterina (conosciuto come l’ex Saffa), oggi sede della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria in Corso Garibaldi, che riapre con un raffinato allestimento e una vocazione “pubblica“.

Grazie a un’operazione di restauro e rifunzionalizzazione, il Salone Storico è infatti impreziosito da undici grandi opere provenienti dai depositi della Galleria Nazionale dell’Umbria che le ha affidate temporaneamente alle cure della Soprintendenza, con una sinergia che punta alla promozione congiunta del patrimonio. Lo spazio ritrovato è stato dotato di attrezzature per ospitare eventi, incontri e conferenze. Il progetto è stato raccontato ieri da Giovanna Giubbini, Soprintendente archivistico e bibliografico dell’Umbria che ha fatto gli onori di casa, con l’assessore comunale alla cultura Leonardo Varasano. "Il salone – ha detto – sarà un luogo di ritrovo culturale e sociale a disposizione della città e del quartiere di Sant’Angelo. E’ anche viatico per la riapertura della Galleria, un evento molto atteso". Elvira Cajano, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha ripercorso la storia e l’importanza del Salone (è lei che ha armonizzato gli aspetti conservativi e gli obiettivi di valorizzazione) mentre il direttore della Galleria Nazionale, Marco Pierini ha raccontato l’essenza del progetto. "Abbiamo accolto con gioia l’invito della Soprintendenza, questa piccola appendice della Galleria è un progetto espositivo con durata non definita, pensato nell’ottica della fruizione e non dell’arredamento di spazi pubblici". Le opere, poco conosciute e mostrate di rado, vengono dai magazzini del museo perugino. "Le abbiamo scelte seguendo fili rossi un po’ invisibili: le unisce la provenienza, Perugia e il contesto religioso, sono tutte pale d’altare di produzioni artistica umbra ma non solo, tra XVI e XVII secolo".

Tra queste Pierini ricorda un grande olio su tavola con l’ultima apparizione di San Ludovico, due opere del fiammingo, Pietro Martino, la Crocifissione di Mariano di Ser Austerio, un’opera del Papacello."A livello di consolidamento e conservazione – avvisa – le opere stanno benissimo ma qualcuna avrebbe bisogno di reintegri pittorici, di un restauro cosmetico, estetico". Da qui l’appello di Pierini e Giubbini, "Lanciamo un sassolino nello stagno, speriamo che qualcuno raccolga l’invito per il restauro"