Perugia, bolletta cresciuta del 250% "Servono sostegni a livello locale"

Il costo dell’energia elettrica rispetto a settembre è aumentato del 64%, mentre il gas del 51%. Simone Pampanelli, segretario Cgil: "In media una famiglia perugina spenderà 3mila euro in più in un anno"

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Una cosa del genere non si era mai vista: il costo dell’energia elettrica a Perugia rispetto a settembre (non dell’anno scorso md quest’anno) è aumentata del 64%, mentre il gas e gli altri combustibili del 51%. Rispetto a un anno fa invece, la bolletta dell’energia si è incrementata del 250% nel capoluogo umbro: se un kilowatt costava 50 centesimi, adesso ne costa 1,75, ovvero una bolletta bimestrale di una famiglia da 50 euro, è schizzata a 175. Mentre un fornaio che pagava 2.000 euro al mese, adesso ne paga 7.000. Tutto questo fa sì che a Perugia l’inflazione in un mese sia passata dal 9,5 al 13,1 per cento: una cosa mai vista che fa della città-capoluogo una delle realtà peggiori del paese. "Ultimamente la nostra città capoluogo registra ben pochi primati, di quello sulla crescita galoppante dei prezzi avremmo fatto volentieri a meno". È un’ironia amara quella di Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, che commenta gli ultimi dati Istat sull’inflazione di Perugia. "In media una famiglia perugina spenderà 3mila euro in più in un anno, una cifra enorme - sottolinea il segretario Cgil - è evidente che questo andrà ad aggravare la crisi sociale già in atto e allargherà la povertà". Una delle voci che negli ultimi trenta giorni ha fatto registrare importanti aumenti è stata quella della ristorazione: andare a mangiar fuori rispetto a un anno fa a Perugia costa il 9 per cento in più: se per pizza e birra l’anno scorso ci volevano 17 euro, quest’anno ne servono 18,50. Una famigla di quattro persone spende insomma 74 euro invece di 68. Per tutti questi motivi per il segretario Cgil sono necessari interventi immediati e a tutti i livelli e si può intervenire anche a livello locale: "Intanto, se qui il costo della vita aumenta di più, nonostante i nostri redditi siano più bassi e paradossalmente con un’offerta di centri commerciali e supermercati altissima, è segno che ci sono delle speculazioni in atto, che vanno subito individuate e fermate. E in questo le associazioni datoriali, in particolare del commercio, possono dare un contributo importante. Al contempo - continua il sindacalista - servono interventi straordinari anche dei Comuni che non possono limitarsi al bonus per gli affitti: rateizzazione e sostegno economico per le bollette, moratoria sui distacchi di luce e gas, un’attenzione straordinaria sugli appalti e sui servizi di welfare. E poi ci vuole responsabilità da parte delle imprese, a partire da quelle della Gdo, che hanno realizzato, anche in Umbria, utili enormi in questi ultimi anni. Già a inizio 2022 avevamo denunciato la perdita di una mensilità per lavoratori e pensionati, oggi siamo di fronte ad una situazione nella quale migliaia di persone rischiano, pur lavorando, di entrare in povertà. Una spirale che va fermata subito".