Perseguita l’ex amante Condannata una donna

Mesi di vessazioni, con tanto di scritte oltraggiose sui muri della città. Alla fine l’uomo presenta denuncia e fa scattare il processo alla stalker

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Prima amante, poi stalker. Una scena già vista ma stavolta la vittima di vessazioni varie è un uomo. Una donna di Città di Castello è stata condannata dal tribunale di Perugia a una pena di otto mesi di reclusione, poi sospesa a condizione che ci sia il superamento di un periodo in terapia psicologica. La vicenda di due amanti si è trascinata così dalle lenzuola alle aule di giustizia, a causa dell’atteggiamento persecutorio innescato dalla donna durante e dopo la fine della storia con un uomo sposato. Aveva persino imbrattato i muri di fronte a casa della coppia con frasi ingiuriose.

I protagonisti sono entrambi di Città di Castello, sposati e con figli, lei trentenne lui quarantenne all’epoca dei fatti: è il 2017 e tra loro scoppia la passione all’insaputa dei rispettivi coniugi. Le famiglie si conoscono, si frequentano anche nel tempo libero e alle loro spalle si consuma la liaison che va avanti per mesi e mesi. A un certo punto la situazione precipita: l’amante in forma anonima fa sapere alla moglie di lui dell’adulterio, innescando un atteggiamento incisivo che si è poi esteso al nucleo familiare dell’uomo coinvolgendo persino il figlio, ancora minorenne.

La storia tra i due amanti finisce, ma continua l’atteggiamento persecutorio della donna che si fa "ripetitivo e invalidante" nei confronti dell’ex che formalizza una denuncia alle forze dell’ordine. Quella che ha dato le mosse al procedimento è stata sporta a luglio 2019 e le successive indagini hanno circostanziato i fatti.

Scatta il processo: le parti offese sono tutelate dall’avvocato Roberto Bianchi, affiancato dal suo collaboratore di studio avvocato Antonino Belardo. Il 23 giugno l’amante viene condannata sia per stalking che per diffamazione: aveva imbrattato le mura cittadine (anche nei pressi dell’abitazione dei coniugi) di scritte ingiuriose dirette esplicitamente con tanto di nome e cognome all’ex amante e alla consorte. La donna ha patteggiato 8 mesi di reclusione e il giudice per le indagini preliminari Piercarlo Frabotta ha subordinato la sospensione della pena a un processo terapeutico che la stessa dovrà seguire nell’ambulatorio di una specialista di Città di Castello.