Festa dei Ceri, Gubbio si ferma per il patrono

L'intera giornata sarà dedicata a riti religiosi fin dalle prime ore dell'alba

Il tradizionale suono del Campanone

Il tradizionale suono del Campanone

Gubbio, (Perugia), 15 maggio 2019 - «VIA CH’ECCOLI»: con una puntualità ritmata dai secoli, ritorna oggi la Festa dei Ceri, che dal 1160, il 15 maggio di ogni anno, vede la mobilitazione di un popolo intero, orgoglioso e lieto di rinnovare, in forma sicuramente originale, ma spontanea e sentita, l’atto di omaggio e di affetto al Patrono Sant’Ubaldo nella vigilia della sua morte (16 maggio 1160). Ora come oltre otto secoli fa, quando gli eugubini salirono verso le Cattedrale con i «ceri» in mano per essere vicini al loro amato vescovo che stava esalando l’ultimo respiro. Una testimonianza proseguita negli anni, codificata nei rispettivi «statuti», attraverso le «università di arti e mestieri» identificate con i loro patroni: Sant’Ubaldo per Muratori e Scalpellini, San Giorgio per Artigiani e Commercianti, S. Antonio per contadini e studenti. Una festa che esalta tutti nel ruolo di protagonisti, pur ritagliando al suo interno spazio e «visibilità» per quanti sono chiamati ad assolvere a compiti antichi: Fabio Tomassini e Ubaldo Stocchi, Primo e secondo Capitano, Gianni Cambiotti, alfiere, Marco Tasso, trombettiere, Pietro Menichetti, Luca Bedini, Lucio Sollevanti, «capodieci» rispettivamente dei «ceri» di S. Ubaldo, San Giorgio e S.Antonio. Nelle case, da giorni ormai, sintesi di identità e fede, sono state tirate a lucido le divise ceraiole: pantaloni bianchi, fascia, fazzoletto e fetz rossi, camicia gialla (santubaldari), azzurra (sangiorgiari) nera (santantoniari), colori che richiamano le mantelline dei Santi issati in cima ai ceri.

Oggi la giornata comincia prestissimo e prosegue tutta d’un fiato tra emozioni forti e cerimonie coinvolgenti: la sveglia dei tamburini (ore 5.45), la visita al cimitero (6.45), la santa messa nella Chiesa dei Muratori (7.45). Al termine l’estrazione dal «bussolo» dei Capitani del 2021 (per il 2020 saranno Eric Nicchi e Paolo Procacci), le sfilate dei ceraioli, la spettacolare «alzata» (ore 11,30) in Piazza Grande, la mostra per le vie della città, la processione con la Statua di S. Ubaldo guidata dal vescovo (uscita dalla Cattedrale alle ore 16.45, dopo i primi Vespri), la benedizione dei Ceri all’inizio della «calata dei Neri» (ore 18). E’ l’inizio di quella corsa spedita tra un’alternarsi di «calate», «falsipiani», «salite», «birate», di «mute» che si alternano, di fatica e sudore, dedizione e sofferenza, fino ai piedi dell’urna di S.Ubaldo sul Monte Ingino, tra un rincorrersi di «via ch’eccoli», sintesi di avvertimento e attesa liberatoria, applausi di ammirazione e di scampati brividi. Il ritorno delle statue dei Santi nella Chiesetta dei Muratori (ore 20) e il conto alla rovescia che ricomincia subito.

g.bedini