
Neonati in ospedale (Foto archivio)
Perugia, 19 marzo 2020 - Otto parti in un unico pomeriggio. Otto bambini nati all’ospedale Santa Maria della Misericordia in uno dei periodi più difficili che la sanità ricordi. E’ successo martedì pomeriggio, perché la vita non si ferma. Anche se affacciarsi al mondo adesso, è tutta un’altra storia. "Il Punto nascita di Perugia e quello di Terni sono stati individuati dall’Istituto superiore di Sanità come riferimento per donne in gravidanza positive al Covd-19 – spiega Giorgio Epicoco, direttore di Ostetricia dell’ospedale perugino –. Per loro c’è un percorso specifico, con strutture specifiche, ma in generale la situazione al Santa Maria della Misericordia è cambiata molto". Dottor Epicoco, cosa significa partorire ai tempi del Coronavirus? "Le donne affette da Covid-19 prossime al parto vengono ricoverate nel reparto di Malattie infettive e seguono un percorso per il travaglio e il parto separato, in un blocco diverso e allestito appositamente, comunque attrezzato per un eventuale cesareo. Una volta partorito vengono riportate a Malattie infettive: se la donna non è sintomatica può allattare e si procede con il rooming in. Ma, purtroppo, a causa di questa situazione, ci sono ristrettezze anche per le altre donne, perché comunque l’obiettivo è limitare al massimo il contagio". Cosa è cambiato? "E’ stato limitato moltissimo l’accesso al padre del nascituro e la sua presenza in ospedale, come degli altri visitatori. Anche al momento del parto, la donna è sola, il papà non è ammesso per ora. Ci rendiamo conto che sono misure difficili da comprendere, ma è necessario per evitare la propagazione del virus, seppur involontaria, ai sanitari e da loro alle altre donne in gravidanza. Chiediamo a tutti un po’ di comprensione: non siamo cattivi, vogliamo proteggere chi arriva nella nostra struttura. E’ anche per questo che stiamo studiando la possibilità di dimettere precocemente le pazienti". Quali precauzioni adottate? "Tutti indossano la mascherina, sia il personale, che i visitatori come pure le donne in gravidanza. Gli ambienti sono sottoposti a una sanificazione costante". Al momento ci sono donne incinte positive ricoverate? "No, in questo momento no. Una donna all’ottavo mese è asintomatica e, quindi, seguita a distanza. Un’altra ci è stata segnalata servizi territoriali è sintomatica. Entrambe, al momento del parto, seguiranno il percorso specifico". Annalisa Angelici Stefano Cinaglia