Pannelli per le elezioni vuoti Uno spreco ma la legge li prevede

Il Comune di Perugia spende alcune migliaia di euro per l’allestimento delle 52 installazioni

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PERUGIA – Pannelli per la propaganda politica vuoti, social media pieni. Si può riassumere anche così la campagna elettorale in corso. Segno dei tempi che cambiano, non c’è dubbio. Basta guardarsi un po’ intorno per notare come i vecchi manifesti elettorali siano diventati un’autentica rarità: qualche partito - piccolo - ancora li utilizza e in queste ore in tutto il territorio di Perugia qualcuno ne è apparso, ma in generale la propaganda si è da tempo trasferita sul web e in tv e lungo le strade di poster con i faccioni dei candidati non ce n’è neanche l’ombra. Una ‘regola’ ancor più evidente quando si tratta di elezioni politiche, ormai completamente spersonalizzate: i singoli candidati non contano quasi nulla, la differenza la fanno i simboli e i leader di partito. Motivo in più, a livello locale, per non investire sul vecchio poster 100x70. Nonostante questo però la legge prevede l’obbligo di montare i pannelli in alluminio con inevitabile spreco di denaro pubblico. Il Comune di Perugia, solo per fare un esempio, spende alcune migliaia di euro per l’allestimento delle 52 installazioni: 20 in città e 32 nel resto del territorio. Ma la spesa di un Comune come Perugia per le elezioni è rilevante: 116mila euro è quello per i componenti dei seggi (presidenti e scrutatori), 2 mila euro per lenzuola e copri materasso per far dormire le forze dell’ordine nei seggi, altri tremila per il materiale mancante nei seggi stessi, più l’impegno degli operai del cantiere sottratti al lavoro quotidiano per montare i pannelli della propaganda.