PATRIZIA PEPPOLONI
Cronaca

Spoleto, Monsignor Boccardo: "Contro la violenza seminate gesti di pace"

L’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della ’’Ceu’’, parla a tutto campo di guerra, ricostruzione post-sisma e crisi vocazionali

Monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu

Spoleto (Perugia), 13 aprile 2022 -  "Seminate gesti di pace, l’unico controveleno alla violenza del mondo". È l’esortazione che monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, rivolge alla comunità regionale in vista della Pasqua. Un appello che guarda ai mali del mondo senza distogliere lo sguardo da ogni singolo individuo, perchè cominci a vivere la pace nel suo piccolo, partendo dai gesti quotidiani e dalle relazioni familiari.

Prima la pandemia, ora l’orrore della guerra in Ucraina, che messaggio sente di dare in questo momento?

"La guerra è una ferita grave all’umanità, la riprovazione, la ferma condanna per questa violenza inaudita è forte, stiamo assistendo a una barbarie che non può lasciarci insensibili. Il Signore risorto porta la Pace, abbiamo bisogno di una intercessione che illumini la testa dei governanti e li aiuti a trovare soluzione pacifica. Ma la pace non dipende solo dai governanti, dipende anche da noi: se noi diventiamo uomini e donne di pace, non solo nel pensiero ma anche nell’azione, possiamo immettere germi di pace nel tessuto sociale, possiamo cominciare a casa nostra, abbandonando un po’ le lotte per la carriera o il desiderio di prevalere sempre sull’altro. Anche questi sono elementi di guerra. Il messaggio che voglio dare a tutti, credenti e non, è uno: seminate gesti di pace".

Dopo il sisma del 2016 lei è stato molto vicino ai territori terremotati, vittime anche dei ritardi della burocrazia, le sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo?

"Qualcosa si muove sì, grazie al lavoro del commissario Giovanni Legnini, che ha sbloccato tante procedure, tanti cantieri sono partiti anche per quanto riguarda la ricostruzione delle chiese. Ora c’è il problema dell’aumento dei prezzi nei cantieri, tante imprese si trovano in difficoltà e credo che il commissario stia studiando un provvedimento per affrontare anche questo problema. Ma bisogna fare presto, perchè la Valnerina ha avuto sei anni fa il terremoto, poi la pandemia, ed è un territorio che vive di turismo e piccolo commercio".

Perdere le chiese, distrutte dal sisma, vedere danneggiato il patrimonio artistico, che peso ha per un territorio?

"Le chiese oltre al valore spirituale hanno un valore artistico, sono monumenti, elementi identitari per i territori. Per questo la sfida è recuperle e restituirle ai fedeli e alle intere comunità, con tutto quello che contengono, oggetti e opere d’arte. Appena le chiese saranno recuperate anche le opere d’arte pertinenti, che si stanno restaurando, potranno tornare sul territorio, le comunità locali ci tengono molto"

Anche l’Umbria, terra di santi, ha un forte problema di crisi vocazionale, come lo spiega? Quanti sono i seminaristi in questo momento?

"Il seminario regionale accoglie in questo momento 11 seminaristi, tutti umbri, dai 22 ai 35 anni. E’ indiscutibilmente un numero basso, non consonante, direi un numero preoccupante. L’età del clero aumenta e ormai non siamo più in grado di sostituire tutti quelli che per età o altro vengono meno. Ma non è solo una questione di numeri o ingegneria pastorale, una chiesa che non ’produce’ i suoi preti è malata e questo ci porta a riflettere sulla mancanza di un clima cristiano favorevole, in altre parole non credo che non nascano più vocazioni, è che non c’è più un contesto che le riconosca. Allo stato attuale non possiamo pretendere che un solo prete faccia quello che prima facevano 3 o 4, bisogna riorganizzare per priorità".

Fortunatamente ci vengono in aiuto i preti stranieri per sostenere le parrochie

"Noi abbiamo diversi sacerdoti in Umbria che vengono da altre parti del mondo, sono una risorsa ma non una soluzione, dovremmo avere la capacità di creare nostri sacerdoti. Ma per ’produrre’ sacerdoti bisogna saper ’produrre’ anche cristiani laici, torniamo a quel clima, a quel contesto che oggi manca.Anche per questo il Papa continua a parlare di Chiesa missionaria, intendendo con ciò non tanto il fatto di andare dall’altra parte del mondo, che pure è atto prezioso, ma facendo riferimento alla capacità di mostrare che seguire i criteri del Vangelo può dare senso alla vita".

Si stanno svuotando anche i conventi, a poco a poco

"Anche questo è un grosso problema. Come quella maschile anche la vita religiosa femminile è in sofferenza, spesso non si riesce a tenere più aperte strutturre, prima gestite dalle suore, che garantivano servizi importanti, gli asili e altro. è un impoverimento".

Come si fa a riavvicinare i giovani alla Chiesa?

"In realtà io rilevo una curiosità, una domanda, un bisogno da parte dei giovani, che forse come istituzioni, come agenzie educative, non sappiamo intercettare. Ai giovani bisogna proporre concrete esperienze formative. Per un ragazzo è fondamentale vivere esperienze significative, esperienze di vita in grado di suscitare domande"

Concorda con chi sostiene che oggi uno dei peccati sociali è la superficialità?

"Sì, il fatto è che in una società servono buoni maestri, servono adulti responsabili, non persone che inseguono una eterna edolescenza, non genitori che vogliono essere più giovani dei figli".

In questo mondo così ’social’ c’è tanta solitudine, perchè?

"Mai come oggi c’è stata tanta facilità di comunicare e mai come oggi la gente si lamenta della solitudine. Forse un esercizio da fare protrebbe essere ritrovare la ricchezza dell’interiorità e del silenzio. Si arriva a casa e per prima cosa si accende la televisione, i latini dicevano: ’habitare secum’, ovvero abitare la propria vita interiore, per ridare dignità all’ascolto degli altri e di se stessi. Oggi viviamo di corsa e nel rumore, ci farebbe bene qualche momento di solitudine. Sui social spesso ci si rappresenta come si vuole, va in scena una grande recita. Invece c’è bisogno di verità".