
Omicidio Ponte D'Oddi casa
Perugia, 27 maggio 2022 - Mirco Paggi voleva essere pagato per i volantini che aveva distribuito. Aveva chiamato Antonino Catalano per chiedere che facesse fronte al debito che aveva con lui. Era salito su una scala a chiocciola che lo avrebbe portato su un terrapieno dove si affaccia l’abitazione di Catalano e lì era stato colpito da colpi di fucile e, dopo aver percorso pochi passi, era caduto a terra senza vita. Era il 10 aprile 2019. La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 16 anni di reclusione, respingendo il ricorso della difesa dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Giuliano Bellucci.
Per i giudici della Cassazione, l’ipotesi che Catalano avesse sparato per legittima difesa non troverebbe riscontro nei fatti. Da testimonianze e indagini, ricostruiscono i giudici, infatti, è emerso che i rapporti tra i due erano tesi da diverso tempo, senza che questo costituisse un particolare allarme per Catalano. Allo stesso modo, rilevano ancora nelle motivazioni, l’ultima chiamata tra i due, a cui avevano assistito alcuni testimoni, non risultava essere così minacciosa da poter costituire un pericolo da cui difendersi a colpi di fucile. Tanto più che Paggi, una volta sotto casa dell’altro, e anche una volta salita tutta la scala a chiocciola, non sarebbe riuscito a entrare in casa di Catalano. Insomma, un diverbio tra i due, parecchio pressante secondo la difesa, ma, rilevano ancora i giudici, mai andato oltre le parole, mai diventato fisico. Anche la supposta alterazione da alcol di Paggi non avrebbe rappresentato un ulteriore pericolo.
Secondo la difesa, però, i giudici dei precedenti gradi di giudizio non avrebbbero considerato la legittima difesa putativa, ovvero, che Catalano abbia temuto per la sua incolumità e di conseguenza reagito. Come detto, il ricorso, però, è stato rigettato: Mirco Paggi, i cui familiari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Antonio Cozza e Nicodemo Gentile, voleva i soldi per il lavoro fatto ed è stato colpito a morte.