"Nuova aggressione a due assistenti sociali"

La denuncia dell’Ordine professionale e l’appello alle istituzioni "Chiediamo non solidarietà postuma, ma azioni concrete di prevenzione"

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Aggressioni agli assistenti sociali, il 2021 si chiude con un nuovo episodio. Un fatto che "riporta in primo piano il tema della sicurezza sul posto di lavoro", evidenzia l’Ordine degli Assistenti sociali dell’Umbria unitamente alla "necessità che le Istituzioni adottino tutte le misure necessarie per garantire quel livello minimo di sicurezza che consenta il sereno svolgimento della delicata attività, cui la figura dell’assistente sociale è preposta, in particolare durante l’esecuzione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria immediatamente esecutivi". L’episodio di aggressione, raccontano ncora dall’Ordine, "ha visto coinvolte due colleghe assistenti sociali, che svolgono la propria attività professionale presso uno degli Uffici della Cittadinanza del Comune di Perugia". "In ottemperanza a quanto disposto da un decreto immediatamente esecutivo del Tribunale per i Minorenni dell’Umbria, le colleghe hanno eseguito un allontanamento di una minore dal proprio nucleo familiare, con collocamento in idonea casa famiglia. Durante l’esecuzione del decreto, era presente il personale del Csm di Perugia e l’Ufficio minori della Questura, che aveva il compito di notificare il provvedimento, prestare assistenza ai Servizi sociali nel corso dell’esecuzione e riferire circa l’osservanza dello stesso. Notificato il decreto e messa in protezione la minore, le colleghe assistenti sociali – continua l’Ordine – si sono ritrovate sole con le operatrici del Csm nel terminare il proprio intervento, quando le colleghe sono state aggredite. In particolare, una collega ha subìto anche un’aggressione fisica per cui si è reso necessario l’intervento degli operatori sanitari".

Da parte dell’Ordine vicinanza e solidarietà è stata espressa alle persone coinvolte. "Gli assistenti sociali svolgono un lavoro complesso, a contatto quotidiano con sofferenza, difficoltà e disagio, che li espone a rischi concreti in contesti che possono divenire anche violenti. E’ evidente che nei nostri servizi si scarica la sfiducia e la rabbia dei cittadini nei confronti delle istituzioni". Per l’Ordine "serve attivare nuovi sistemi organizzativi e strategie metodologiche da parte di tutte le istituzioni coinvolte nella tutela minori per gestire e prevedere le criticità al fine di prevenirle; così come serve investire in risorse professionali, nella formazione continua e nella supervisione professionale, livello essenziale ad oggi non sempre garantito. L’eccessivo carico di lavoro che i Servizi sono tenuti a gestire quotidianamente, spesso non consente un rapido ed efficace coordinamento ed organizzazione tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Chiediamo non più sola e semplice solidarietà postuma, ma azioni concrete di prevenzione, di sostegno agli assistenti sociali, di tutela e di pianificazione degli interventi".