"Noi, “introvabili“ residenti di campagna"

Gubbio, proteste per la toponomastica. "Si basa su un sistema antiquato, impossibile trovare l’indirizzo delle “case sparse“"

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"La mancata attuazione, nel Comune di Gubbio, della toponomastica cittadina, costituisce un grave pericolo per la incolumità di molti abitanti del territorio": è la segnalazione-denuncia inviataci dal nostro lettore, A.B., che solleva un problema importante. Infatti il "Comune di Gubbio ha un territorio che è uno dei più vasti d’ItaIia", una popolazione di "35.000 unità, di cui circa 5.000 vivono nel centro storico, le altre 30.000 in campagna" di cui un 50% "nelle cosiddette “case sparse“".

La toponomastica di queste ultime – prosegue A.B. - è basata su un sistema antiquato" che "fa riferimento alle parrocchie di competenza, per cui il loro "indirizzo"è costituito dal nome della parrocchia e un numero civico che non si sa bene come sia stato attribuito. Facciamo un esempio: io abito vicino Ponte d’assi, lungo la provinciale 26, ma il mio "indirizzo" ufficiale depositato all’anagrafe e che compare sui miei documenti è: Monteluiano 38. Dove esso sia, lo sappiamo in pochi, io, i miei familiari, il postino, qualche amico. Quando qualcuno mi viene a trovare debbo spiegargli come fare per arrivare" perché "i navigatori indicano le strade mentre la dicitura "Monteluiano" indica una parrocchia non una strada". Una situazione pesante che si complica "quando c’è una emergenza" dai Vigili del Fuoco al soccorso medico. "Il 18 settembre del 2018 – ricorda - quando è morto mio fratello per un infarto, l’autoambulanza chiamata con urgenza, alla quale abbiamo dovuto fornire l’indirizzo, è andata da un’altra parte. Il 27 marzo scorso alle tre di notte, mi sono sentito male, ho chiamato il 118, per fare arrivare l’autoambulanza da me, un mio familiare si è dovuto precipitare in fondo alla strada, lungo la provinciale, dopo aver acceso tutte le luci di casa".

Una situazione inaccettabile, con "la nostra incolumità messa continuamente in pericolo, con responsabilità obbiettiva di chi non provvede per evitarlo". "Ho interessato più volte, sin dal 2018 l’Amministrazione Comunale – prosegue A.B. - che pur avendo assicurato il suo pronto intervento non ha praticamente risolto nulla. Mentre la soluzione c’è, è semplice e certamente non dispendiosa". "Attribuire un numero civico a ciascuna casa sparsa nella strada alla quale la casa accede", assegnando "alla strada stessa un nome nel caso non lo abbia". Quindi la conclusione: "Sono passati tre anni da quando, per la prima volta, ho sottoposto la questione al Sindaco, il quale cortesemente mi ha risposto di aver interessato "Chi di competenza". Ma "chi di competenza" non ha fatto nulla!!!". Speriamo che qualcosa si muova.

Giampiero Bedini