’No’ mini zone rosse: "Non servono"

Nuovo picco dei positivi: 767, il 15,8% dei tamponi. Contagi in aumento all’interno delle Rsa

I positivi schizzano di nuovo a 767 a fronte di 4.855 tamponi eseguiti, ovvero, di nuovo un drammatico 15,8% dei testati ma, soprattutto il numero dei ricoverati è salito a 379 di cui 53 in terapia intensiva (+3): i posti liberi, purtroppo, sono quelli dei deceduti passati complessivamente a 174 e quindi con un + 9. Mentre è notizia di ieri quella dei primi trasferimenti dei pazienti gravi che necessitano di Intensiva negli ospedali delle Marche. Continuano a non salire gli isolamenti: a fronte di 8.890 attualmente positivi ci sono appena 9.777, sintomo che la catena del tracciamento non è ancora ripartita per poter bloccare i contatti stretti.

Critico il numero dei contagi all’interno delle Rsa: sono in totale 339 di cui 227 ospiti (29 i ricoverti e 6 i decessi). In particolare il virus è entrato all’interno di Fontenovo con 54 casi, Casa San Giuseppe Monteluce (31), Seppilli (12), le Grazie a Terni (13), Villa alberta ad Oriveto (24) e Opera Pia Bartoleomei Castori (38). Mentre i sanitari attualmente positivi al Covid-19 sono 408 di cui 144 infermieri – la categoria più colpita - 134 chirurghi, 24 Oss e 15 tecnici i laboratorio.

Sempre ieri è scattato il controllo dei numeri a livello nazionale per il monitoraggio della fascia di rischio: attualmente l’Umbria è gialla. E’ emerso che, a fronte dei numeri giornalieri, i casi identificati da sospetto diagnostico (ovvero in caso di sintomi visto che Palazzo Donini ha bloccato i tamponi agli asintomatici) sono stati 3.841 mentre quelli da screening 9.750. Secondo i numeri elaborati dalla Fondazione Gimbe ogni 100 mila abitanti, l’Umbria registra 1.007 positivi (ogni 100mila) contro Toscana (1.057) e Campania (1.072).

L’Umbria comunque, pur non essendo zona "rossa" potrebbe procedere a chiudere alcune aree dove il virus è fuori controllo ma lo stato maggiore di Palazzo Donini, al momento, ha deciso di non procedere a ’lockare’ le aree più colpite tra Perugia, Assisi e il Trasimeno-Corciano. Questo perché - è stato detto ieri dal direttore Claudio Dario e dal commissario straordinario all’emergenza Antonio Onnis – sarebbe inutile bloccare zone contigue ad altre con altrettanta incidenza di casi senza territori cuscinetto in grado di contenrre il virus. In particolare infatti Assisi conta 449 positivi, Bastia 344, Perugia 2233, Corciano 283, Magione 149, Castiglione 131, Passignano 57 e Panicale 44. Durante l’aggiornamento settimanale della situazione Dario e Onnis hanno dato conto dell’accordo con i medici di medicina generale che eseguiranno i test antigenici rapidi (i medici impossibilitati ad utilizzare i propri studi potranno accordarsi con la Usl o il Comune o la Protezione Civile per trovare sedi idonee, mentre i test e i dispositivi di protezione individuale, saranno forniti dal Commissario per l’emergenza Coronavirus) e dell’incremento del personale sul fronte caldo dell’emergenza con l’impiego di 178 medici, 127 infermieri, 46 Oss, 29 contact tracing. Le Usca attualmente sul territorio sono 15 con 83 medici: un lavoro estenuante per i casi di contagi sintomatici che continua inesorabilmente a crescere.

Commentando i dati sia Dario che Onnis hanno chiarito che "non c’è segnale che faccia dire che c’è una flessione e, conseguentemente ai contagi salgono ricoveri, anche in terapia intensiva". I direttori hanno inoltre reso noto che sta calando la media dell’età delle persone contagiate". Un dato che porta inevitabilmente all’aumento dei decessi.

Erika Pontini

e Michele Nucci