"Nella Sanità ci sono troppi ’amministrativi’"

La presidente della Regione: "Il numero di medici e infermieri è ai massimi livelli. Il 20% del costo è per il personale in ufficio: eccessivo"

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"Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti". La presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione in Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, è tornata a ribadire che i problemi della sanità umbra arrivano da lontano. Un incontro, quello di ieri, scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di Palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) ha spiegato, a nome dei firmatari, che "durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati". Non solo. Per Bori "c’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo e inoltre in Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone". Ma sul personale, Tesei ha chiarito la questione: " Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale". Poi è tornata sul Covid che "ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Gli incrementi di spesa – ha concluso Tesei - si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023. Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate". "Parole che non ci tranquillizzano affatto – ha replicato Bori - e, anzi, lanciano preoccupazioni non proprio rassicuranti".