Mika a UJ "Sarà un autentico happening"

Parlando del concerto del 10 luglio l’artista rivela: "Sto pensando a ospiti speciali per rendere unica e irripetibile la serata" .

Mika a UJ "Sarà un  autentico happening"

Mika a UJ "Sarà un autentico happening"

"Ad Umbria Jazz non avrò i fuochi d’artificio, ma gusti, sapori e profumi molto diversi rispetto al resto del tour" premette Mika, Michael Holbrook, parlando del concerto con cui il 10 di luglio (ri)porta il suo mondo a colori tra le gradinate del Santa Giuliana. "Sto pensando a qualcosa di vero, con ospiti e una voglia di happening capace di rendere la serata unica e irripetibile".

Sfogliando l’elenco dei desiderata chi le piacerebbe avere sul palco?

"Il primo nome che mi viene in mente è Marisa dos Reis Nunes, anzi Mariza come la conoscono tutti. Portoghese di madre mozambicana, credo sia oggi la più grande cantante di fado al mondo. Una volta l’ho incontrata in un ristorante di Lisbona e alle due del mattino, dopo lungo corteggiamento, ha accettato di cantarmi una cosa. Ma prima ha voluto che la sala fosse completamente vuota, per farlo solo per me e i miei amici".

Altri?

"Trattandosi di Umbria Jazz mi piacerebbe avere anche qualche altra interprete di caratura come Madeleine Peyroux o Samara Joy (vincitrice quest’anno di ben due Grammy e presente pure lei nel cartellone di questa edizione - ndr)".

Un anno dopo la conduzione dell’Eurovision Song Contest con Laura Pausini e Alessandro Cattelan, che impressione le ha fatto guardarselo alla tv?

"La competizione di canzoni ‘alla Sanremo’ è probabilmente il più vecchio show del mondo, che noi abbiamo voluto offrire al popolo dell’Eurovisione in maniera internazionale, pop, ma ‘con dramma’. E ha funzionato. Quest’anno a Liverpool lo spettacolo era bello, con dietro enormi investimenti, ma non c’era quel ‘dramma’, quell’anima italiana, capace come a Torino di dare pathos al tutto".

Cantante, performer, attore, conduttore tv, nella sua carriera di porte girevoli ne ha incrociate diverse.

"Ci sono momenti nell’arte in cui la tua vita può cambiare. Io ne ho avuti due o tre, ma ricordo innanzitutto il primo, quando da bambino alla Royal Opera House di Londra interpretai ‘Die Frau ohne Schatten’, ‘La donna senz’ombra’ di Richard Strauss. Avevo 9 anni e il nervosismo era palpabile". -

Un po’ come tuffarsi nell’acqua alta per imparare a nuotare. "Già, ma nel retropalco incontrammo un vecchio uomo che, per allentare la tensione, ci invitò a giocare con lui. Entrammo in una stanza adiacente e ci trovammo davanti ad un modellino della scenografia. Il signore iniziò a divertirsi come un bambino con quegli oggetti in scala e io, che ero già irretito dell’opera, me ne innamorai perdutamente. Il direttore era Bernard Haitink, il tenore Paul Frey e il signore che giocava con noi lo scenografo in persona: il grande David Hockney".

Andrea Spinelli