
La tennista Martina Trevisan
Perugia, 3 giugno 2022 - «Le nostre ragazze hanno fatto tutte il tifo per lei, hanno seguito le sue partite in tv, si sono completamente identificate nella sua storia. Martina Trevisan rappresenta un fortissimo messaggio di speranza per chi soffre di anoressia". Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, direttore della Rete dei Disturbi del Comportamento Alimentare Usl 1 dell’Umbria commenta con entusiasmo la vicenda della giovane tennista che ha sconfitto l’anoressia ed è arrivata alla semifinale del Roland Garros, uno dei grandi tornei del tennis mondiale. Ieri Martina ha perso sul campo, ma il suo esempio, spiega la psicoterapeuta, è destinato a lasciare il segno. "E’ una persona arrivata ad altissimi livelli nello sport che non ha avuto paura a raccontare quello che ha sofferto: ha vissuto l’esperienza dell’anoressia ed è guarita".
Chi sono le “tifose“ umbre?
"Sono le 35 ragazze dei nostri due Centri di Todi, Palazzo Francisci e Nido della Rondine: hanno seguito tutti i match con un tifo da stadio, l’hanno sentita come una di loro. Una ragazza che ha vinto una battaglia terribile che loro stanno ancora combattendo".
Pensate di invitare Martina Trevisan a Todi?
"Certamente. Abbiamo già attivato i nostri canali, l’abbiamo contattata tramite l’agente. Siamo certi che verrà a trovarci".
Perché un modello del genere è così importante?
"Perché vuol dire che non bisogna mai vergognarsi a chiedere aiuto e che una grande passione nello sport, nell’arte o nella vita può aiutare a trovare la motivazione per farsi curare. E soprattutto il messaggio è fortissimo perché dimostra che si può guarire. Molte hanno perso la speranza, hanno paura di non guarire mai".
Dall’anoressia si guarisce?
"Purtroppo di disturbi alimentari si muore ancora in Italia, ma in realtà di anoressia si guarisce, si muore se non ci si cura. E’ una patologia trattabile, nel 99% per casi si guarisce completamente. L’importante è la diagnosi precoce, arrivare presto alle cure. Per fortuna noi in Umbria abbiamo una rete di servizi molto capillare, siamo una regione virtuosa, il resto d’Italia purtroppo no. Tanto che moltissimi vengono a curarsi nella nostra regione".
Quanto conta l’esempio dei personaggi famosi?
"Molto, penso a Tiziano Ferro che ha raccontato che era obeso e soffriva di bulimia. Le persone che rappresentano un successo nello sport, nell’arte, nello spettacolo danno l’idea che non ci deve vergognare. Lo stigma e la paura sui disturbi alimentari sono molti forti, nei pazienti come nei genitori. Il ritardo nelle cure è collegato anche al fatto che finché si può questa patologia viene nascosta".