Caccia ai farmaci, ormai è allarme in Umbria. "Ne manca il 40 per cento"

Continuano le difficoltà nelle forniture, soprattutto per quanto riguarda l’ibuprofene e il paracetamolo. Augusto Luciani, presidente regionale di Federfarma: "Al momento ci difendiamo con i generici, però..."

Perugia, 6 gennaio 2023 - «In Umbria manca il 40% dei farmaci, al momento ci difendiamo con i generici, ma la situazione è sinceramente preoccupante". Augusto Luciani, presidente di Federfarma Umbria, non nega le difficoltà nelle forniture di medicinali di un certo tipo alle oltre cento farmacie private del Cuore Verde. Una situazione che riguarda l’intero Paese, anzi anche molte altre nazioni europee, ma che non per questo consola.

Secondo l’Agenzia italiana del farmaco sono circa 3mila i prodotti carenti. La loro assenza può essere determinata da diversi fattori: irreperibilità del principio attivo, produzione, provvedimenti regolatori, incremento delle richieste, emergenze sanitarie".

Mentre l’indisponibilità "è generata da distorsioni del mercato spesso collegate alle dinamiche del circuito distributivo, come ad esempio il “parallel trade“. Ad essere in crisi sono le scorte di ibuprofene e paracetamolo, classici nella cura di malattie respiratorie. Qualche problema anche per diversi antibiotici, ma la loro sostituzione è al momento più facile.

"Per fortuna non c’è carenza dei farmaci salva-vita – riprende Luciani –. Raccomandiamo alla gente di non fare scorte non ha molto senso: i farmaci vanno assunti quando ce n’è bisogno. E non dimentichiamoci dei rimedi della nonna: se non ci sono complicazioni, la regola delle tre L (lana, letto e latte) è sempre valida, anche per i bambini. E aggiungiamo un po’ di miele se necessario. Che per mal di gola e tosse è un toccasana". Quanto potrà durare questa situazione? Secondo Luciani "qualche settimana ancora. I fattori sono molteplici, ma quello principale è la speculazione che anche in questo ambito, come in altri, in questo momento è molto elevata". L’Italia, va detto, dipende da altri Paesi per i principi attivi. "Molti farmaci – continua il presidente di Federfarma Umbria - arrivano dall’India e dalla Cina che hanno rallentato la produzione dopo il lockdown. Bisognerebbe diventare indipendenti".

Ma c’entra anche la guerra tra Russi e Ucraina. E poi manca il materiale per il packaging: l’alluminio per i blister, il salice per le fiale e le bottiglie di sciroppo e addirittura il cartone per il trasporto.

I Paesi dell’Est che lo producono hanno diminuito le consegne per limitare i costi del caro carburante. "Devo dire comunque che non abbiamo segnalazioni particolari dalle nostre farmacie su possibili disagi – conclude Luciani -: le persone sono molte responsabili e comprensive. Era accaduto durante il Covid e accade anche adesso per fortuna".