
"L‘orologio della piazza ha battuto la sua ora", cantano i Camaleonti. Peccato che l’orologio più nobile di Perugia, quello di palazzo dei Priori, abbia smesso da un pezzo. Purtroppo l’antico meccanismo il tempo non lo tiene più. E’ guasto, le lancette sono ferme a mezzogiorno meno un quarto e non si sa perché.
I cittadini e i commercianti ne sentono terribilmente la mancanza e chiedono all’amministrazione di intervenire celermente, senza indugio. "L’orologio della torre – dice un negoziante – fa parte dei monumenti cittadini a noi più cari, perché è il simbolo del passaggio e dello scandire del tempo. Sta lassù da una vita. Noi ce lo abbiamo trovato e dispiace vedere quelle lancette che non camminano più. Una volta batteva anche la mezz’ora e l’ora. Non chiediamo tanto, ma che almeno siano rimessi in funzione gli ingranaggi sì".
Dello stesso avviso una residente di lungo corso, che racconta: "L’orologio, insieme a via Mazzini e all’ex Pavone, era uno dei luoghi di ritrovo e d’appuntamento dei giovani, da dove poi partivano le famose vasche. “Ci vediamo sotto l’orologio“, questa la parola d’ordine negli anni ’80 e giù di lì. D’inverno è il punto più freddo di Perugia, perché dal tunnel di via dei Priori arriva la tramontana, ma in estate è garantita la frescura".
Senza considerare l’impatto emotivo e l’affetto per questo ingranaggio: forse non tutti sanno che l’appartamento di Aldo Capitini si trovava proprio sulla torre dell’orologio, un luogo importantissimo dato che era il fulcro della cospirazione antifascista in città e centro propulsore di grandi valori, come la pace.
Silvia Angelici