L’incontro con i giovani ’Siate esigenti con gli adulti’

Prima di arrivare a Perugia per l’ordinazione monsignor Maffeis ha fatto tappa all’abbazia di Montecorona e al Villaggio-Caritas. Pranzo alla mensa ’don Gualtiero’

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La prima tappa umbra del nuovo arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis, prima si essere ordinato nel pomeriggio nella cattedrale di Perugia, è stata ieri mattina all’abbazia-basilica minore di San Salvatore di Badia di Montecorona, nel comune di Umbertide. "Come ci dice il Santo Padre: pregate per me, pregate gli uni per gli altri", queste le parole pronunciate da don Maffeis nel salutare i fedeli che lo attendevano. Il nuovo vescovo è stato accolto, tra gli altri, dal vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi, dal sindaco di Umbertide Luca Carizia, dal parroco e rettore dell’abbazia di San Salvatore monsignor Renzo Piccioni Pignani, da alcuni ospiti del Villaggio Santa Caterina e da numerosi fedeli. L’arcivescovo eletto, nell’entrare in basilica, ha compiuto il gesto del bacio del crocifisso, inginocchiandosi. E sempre a Montecorona, il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Francesco Verzini, ha annunciato che la prima celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Maffeis nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, sarà in occasione della festa della Madonna delle Grazie, che la Chiesa celebra nel giorno del S. Nome di Maria, oggi 12 settembre, alle 18. Del cammino di avvicinamento verso Perugia, ieri ha fatto parte anche l’incontro con i giovani nella chiesa San Giovanni Paolo II di Prepo. "Grazie per la vostra accoglienza,per questa bella primavera di Chiesa", ha detto ai ragazzi monsignor Maffeis. Dopo i saluti al neo-arcivescovo sono state rivolte anche molte domande. Ad una neo-famiglia e ad una giovane lavoratrice, che hanno chiesto come affrontare le difficoltà della vita, il presule ha detto, ricordando l’esperienza provata con la morte del fratello Marco a causa di un incidente sul lavoro: "Non accontentatevi, coltivate e ascoltate nel profondo i sogni che possono diventare progetto di vita nell’ambito familiare e in quello lavorativo. Così si possono costruire luoghi di relazione e di crescita". Ad una giovane disabile, che ha chiesto a monsignor Maffeis cosa è per lui la gioia e quale preghiera gli procura gioia, ha detto: "La risposta più bella è il tuo esserci. Mi hai provocato a cercare una preghiera: non te lo dico ora, la cercherò, così ci incontreremo ancora". Un adolescente gli ha chiesto consigli per il bisogno di certezze e riferimenti. "Nella mia vita – ha risposto – sono stati fondamentali adulti significativi, che con il loro modo di stare e con il loro silenzio, sono stati importanti. Vi invito, quindi, a non avere paura di essere esigenti con noi adulti". Sempre ieri mattina la visita al “Villaggio della Carità” e il pranzo alla mensa “Don Gualtiero”. "Vedere in questo luogo – ha detto l’arcivescovo – il coinvolgimento di tanti volontari e la passione che ci mettono, sono l’espressione di una Chiesa viva, che educa e si lascia educare dai poveri". Il “Villaggio della Carità”, in cui vivono 21 famiglie in gravi difficoltà abitative, è anche la sede della Caritas diocesana, del Centro di ascolto diocesano, dell’“Emporio Tabgha”, del Consultorio medico e della mensa “Don Gualtiero” intitolata al cardinale Bassetti, dove monsignor Maffeis ha pranzato insieme agli ospiti e ai volontari della Caritas dove quotidianamente vengono preparati e consumati (anche da asporto) circa cento pasti.