REDAZIONE UMBRIA

"L’inchiesta sul Castello? Un danno alla comunità"

Dopo le assoluzioni piene di tutti i coinvolti il vicesindaco va all’attacco: "La vendita era assolutamente legittima, l’impianto accusatorio è crollato"

"L’inchiesta sulla vendita sul Castello di San Girolamo? E’ un danno irreparabile per la comunità". E’ in sintesi il pensiero del vicesindaco Marco Mercuri che con il deposito delle motivazioni della sentenza commenta la decennale vicenda giudiziaria, risoltasi nelle scorse settimane con l’assoluzione piena di tutti i coinvolti. Secondo l’impianto accusatorio della Procura, franato al vaglio del giudice, funzionari del Comune avrebbero favorito la vendita della struttura ad una società riconducibile ad un ex funzionario della Diocesi, con i soldi di quest’ultima. Tutto smentito, in termini giudiziari.

"I giudici riconoscono la piena legittimità dell’operazione compiuta nel 2010 dal Comune di Narni - sottolinea Mercuri _ che era riuscito, da un lato, ad alienare un bene inutilizzato da anni, incassando una cospicua liquidità destinata alla comunità , senza dover affrontare i costi di una onerosa ristrutturazione e, dall’altro, che un soggetto privato realizzasse un’opera di pregio per il territorio narnese in piena sintonia con gli obiettivi di sviluppo del Puc 2 del centro storico. Il recupero avrebbe inoltre consentito la positiva ricaduta locale, con un apprezzabilissimo incremento di posti di lavoro, così come previsto nel bando di gara. Le gravissime accuse nei confronti della Giunta e dei dirigenti del Comune si sono dimostrate infondate ma, per ristabilire la verità dei fatti, sono passati 10 anni". "E ora, a giustizia fatta – continua Mercuri –, quale potrà essere il futuro di questo bene dopo l’ulteriore abbandono di 10 anni e il contributo del Puc2 perduto? L’impianto accusatorio è stato sconfessato e le persone coinvolte, se possibile, moralmente risarcite ma le istituzioni e la comunità hanno subito un danno".

Ste.Cin.