
"La pandemia è stata e rappresenta un fattore di rallentamento" della ricostruzione post-sisma nel centro Italia: lo ha sottolineato il commissario straordinario Giovanni Legnini, in occasione della sua audizione da parte della Seconda commissione consiliare regionale umbra. "Entro il 31 gennaio - ha tuttavia sottolineato - crediamo di poter chiudere il capitolo relativo ai danni lievi". "Nei prossimi mesi - ha spiegato - avremo 4 filoni che impegneranno molto gli Uffici speciali per la ricostruzione ed i Comuni e dal cui andamento dipenderà il decollo della ricostruzione, vale a dire l’ordinanza ‘100’ che va a regime; l’adesione alla domanda semplificata senza integrazioni; l’eventuale ripresentazione delle domande (ordinanza 100); le vecchie pratiche residue che dovranno avere un esito. Abbiamo mutato anche l’aspetto, in certi casi paralizzante, del profilo urbanistico, vale a dire l’obbligo dei piani attuativi nei centri perimetrati: è stata fatta la scelta di dichiarare i piani attuativi come facoltativi". "Abbiamo poi disegnato il programma straordinario di ricostruzione, strumento agile - ha spiegato - dal quale ci attendiamo molto poiché non è un piano urbanistico, con procedura rapida poiché può essere approvato dal presidente della Regione, dopo aver acquisito il parere della conferenza permanente. La scommessa che affronteremo a breve in modo deciso riguarda l’utilizzo dei poteri speciali o in deroga che di recente sono stati attribuiti al Commissario per opere ben individuate, urgenti, connotate da particolare criticità o ricomprese nei centri storici distrutti. Stiamo predisponendo strumenti e organizzazione per partire con questa ulteriore, particolare attività". "Tutto questo per mettere a disposizione dei Comuni e della Regione i poteri speciali in deroga, strutture consulenziali, capacità operative".