SOFIA COLETTI
Cronaca

Le sfide di Carlo Guidi, il signore dei serpenti

Al direttore del rettilario della Città della Domenica è stato appena affidato un crotalo arrivato in un container dal Brasile

di Sofia Coletti

"Ho una convenzione con il Ministero dell’ambiente per il recupero dei rettili pericolosi su tutto il territorio nazionale". Carlo Guidi, erpetologo di fama mondiale e responsabile del rettilario della Città della Domenica parla con entusiasmo mentre mostra l’ultimo arrivato: un crotalo, un serpente a sonagli lungo quasi un metro, trovato al porto di Livorno in un container proveniente dal Brasile. I carabinieri forestali lo hanno recuperato e da qualche giorno lo hanno affidato in via definitiva alla struttura “Zooproject“: un centro d’eccellenza che Guidi dirige con competenza e passione assolute.

Quale è la storia del crotalo?

"Era in un container arrivato via mare dal Brasile, probabilmente è stato caricato accidentalmente e se lo sono ritrovato al porto di Livorno. Io sinceramente l’avrei rimandato al mittente e poi liberato nella stessa zona in cui è stato caricato il container. Però è una mia idea, magari esistono ostacoli burocratici".

Ma quanti animali esotici le sono stati affidati?

"Una cinquantina, quasi esclusivamente pericolosi. Mi hanno appena affidato il boa che era stato abbandonato a Gualdo Cattaneo, una tartaruga alligatore ritrovata alla diga Acea del lago di San Liberato nel Narnese e a fine giugno una tartaruga azzannatrice trovata a Cannara. E adesso questo serpente".

E dove li tiene?

"Negli spazi sotto il rettilario della Città della Domenica, che sono già abbastanza pieni. Però non sono visibili al pubblico, potrei essere tacciato di conflitto di interessi".

Ma c’è ancora la moda di acquistare animali esotici? E poi magari abbandonarli?

"La moda è stata molto frequente una decina di anni fa, oggi il commercio e il traffico di rettili esotici è diminuito ma c’è sempre qualcuno che ama acquistarli. E poi li abbandona, è inevitabile che accada, succede anche con cani e gatti. Di recente una persona ha comprato un pitone reticolato che è diventato di quasi 5 metri. Non poteva più tenerlo e per fortuna ha avuto l’intelligenza di non liberarlo nell’ambiente ma di lasciarlo in uno scatolone davanti a un ambulatorio veterinario".

Ma quanto sono pericolosi questi animali?

"I problemi maggiori arrivano dalle tartarughe, importate in Italia più di 20 anni fa, vendute nei mercati e nei negozi di animali. C’è stata una grossa dose di incoscienza, perché possono raggiungere anche i 60-70 centimetri di carapace, hanno un becco corneo talmente potente da mangiare le nostre tartarughe e distruggere parte della fauna ittica e di anfibi, già abbastanza minacciata. Sono carnivore, vanno in letargo e c’è la possibilità che possano riprodursi. Per questo proporrei un programma per catturarle con trappole ed eventualmente sterilizzarle. I serpenti invece non vanno in letargo, se abbandonati non superano l’inverno".

Quali sono i recuperi più pericolosi che ha effettuato?

"Ricordo che per recuperare un serpente a sonagli nella pineta di Castel Fusano mi sono ritrovato in mezzo ai rovi. Altre operazioni delicate le ho fatte per coccodrilli o alligatori sequestrati ai circhi. Una volta, poi, ho dovuto recuperare un coccodrillo del Nilo di oltre di due metri che i carabinieri avevano trovato nella tavernetta di un presunto camorrista. Ho organizzato la cattura con una cassa e l’ho portato a Perugia. Il bello è che il presunto camorrista insisteva che si trattasse di un caimano, aveva anche il documento. Gli ho consigliato di nasconderlo, rischiava la denuncia anche per falsa documentazione".