
"Le sentenze si rispettano sempre, e quindi, così come abbiamo dato seguito al pronunciamento del Tar, allo stesso modo diamo seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato: l’ordinanza firmata dalla presidente di Regione Donatella Tesei torna a essere valida in tutte le sue parti. Da domani – oggi per chi legge –, si chiudono di nuovo nidi e scuole dell’infanzia". Così Filippo Mario Stirati, sindaco di Gubbio e Massimiliano Presciutti di Gualdo Tadino, due dei sindaci che ieri avevano riaperto il servizio a differenza di altri colleghi come Andrea Romizi di Perugia o Stefano Zuccarini di Foligno tanto per citarne una paio, che invece avevano deciso di emettere un’ordinanza con cui disponevano comunque la chiusura di asili e Materne. Chiusura poi ’ristabilita’ per tutti i comuni ’rossi’ ieri dal Consiglio di Stato. "Impossibile però – ci tiene a far notare Stirati – non soffermarsi sul gran caos di questa situazione, nonché sulle ricadute negative in termini di disorientamento anzitutto sui bambini, sulle loro famiglie, sugli operatori e sulle operatrici dei servizi. Questo balletto al quale stiamo assistendo è abbastanza avvilente e noi sindaci ne siamo vittime. Ci siamo dovuti adeguare a provvedimenti quantomeno discutibili, che hanno generato queste evidenti criticità e che hanno scaricato ancora una volta su di noi e sulle famiglie tutto il peso di scelte poco chiare".
Diversa l’interpretazione di Romizi: "I dati forniti dal commissario D’Angelo sulla curva dei contagi in particolare nelle fascia d’età compresa tra 0 e 6 anni, evidenzia una situazione tale da rendere giustificata e necessaria la misura delle chiusure delle scuole d’infanzia. I disagi inevitabili che questo crea alle famiglie che devono rimanere in casa ad accudire i bambini, viene in parte mitigata dal bonus baby sitter della Regione. Per tutti i sindaci la chiusura di servizi come quelli per l’infanzia è l’estrema ratio ma purtroppo in un momento come questo non ci sono alternative".
Antonino Ruggiano, sindaco di Todi, è tra quelli che si stavano preparando alla riapertura (ieri erano in corso le sanificazioni dei locali dedicati) "perchè – dice anche nella veste di avvocato –, le sentenze vanno rispettate, sempre". Sulla richiesta che molti suoi colleghi hanno avanzato domenica durante la riunione dell’Anci di poter acquisire in modo ufficiale dati specifici per ogni territorio comunale commenta: "Certo, sarebbe utile ...".
Cosa pensa della situazione che si è venuta a creare?
"Una vicenda complessa che risente in parte del fatto che siamo regione arancione, ma con una provincia rossa. I dati dicono che il Ternano è gestibile mentre nel Perugino il virus e le sue varianti corrono mettendo le terapie intensive sono sotto stress".
Qualcosa non ha funzionato, è evidente. Lei invece i tracciamenti, ad esempio, ha deciso di farseli ’in casa’ e ha funzionato.
"In effetti ad un certo punto ci siamo accorti che qualcosa non ci convinceva. E così abbiamo iniziato a occuparci direttamente del tracciamento. Oggi siamo in grado di isolare i contatti dei positivi in tempo reale".
Infatti si parla di un Modello-Todi in Regione.
"Sì, con la presidente Tesei e l’assessore Coletto ci siamo confrontati sull’argomento. Certo, noi abbiamo 17mila abitanti, nelle città più grandi come Perugia ad esempio la cosa è più complicata. Ma senza dubbio nei territori come il nostro potrebbe essere un lavoro in affiancamento alla sanità regionale utile".
Donatella Miliani