SILVIA ANGELICI
Cronaca

Comparti emergenti: la chimica verde

PERUGIA - L’internazionalizzazione è la strada obbligata per accrescere produttività e solidità. "Le aziende esportatrici sono più innovative, resilienti e...

Acciaio e meccanica, settori traino

Acciaio e meccanica, settori traino

PERUGIA - L’internazionalizzazione è la strada obbligata per accrescere produttività e solidità. "Le aziende esportatrici sono più innovative, resilienti e ad alta intensità di capitale umano. Ma servono reti, logistica efficiente e stabilità geopolitica. Le politiche protezioniste di Trump - si evidenzia nello Studio - sono un freno anche per territori virtuosi. Due imprese emergenti su tre che esportano negli Usa dipendono solo da quel mercato. Serve diversificare: Europa, Medio Oriente, Asia, America Latina, Africa.

Politiche da calibrare sul territorio: la presenza di 142 aspiranti esportatrici offre alle istituzioni un’occasione: intervenire in modo mirato. Va colmato il gap infrastrutturale, soprattutto intermodalità e reti digitali. Tra PNRR e fondi UE, i progetti ci sono. Cruciale è anche rafforzare le competenze linguistiche e culturali per superare le barriere tecniche e migliorare la reputazione del brand Umbria".

Piccolo non è più un limite insormontabile: l’Umbria, con il suo 0,9% di export nazionale e l’1,8% di potenziali nuove imprese esportatrici, dimostra che piccolo non è sinonimo di marginale. Le basi ci sono: tessuto imprenditoriale compatto, cultura del lavoro, aziende pronte al salto. "Ora tocca a politica, istituzioni e sistema camerale - nota il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – L’Umbria può diventare snodo strategico del made in Italy che guarda lontano. Ora però serve un ulteriore cambio di passo: fare rete, unire competenze pubbliche e private, e puntare con decisione su quei mercati in cui possiamo giocare un ruolo da protagonisti".