
di Sofia Coletti
La ripresa c’è. Ma si è ancora molto lontani dai fasti dell’epoca precovid. E’ un bilancio in chiaroscuro quello tracciato dalle guide turistiche. In bilico tra le (tante) presenze che hanno affollato l’Umbria durante le feste e il peggioramento della situazione sanitaria. "Sicuramente i dati sono in crescita rispetto al 2020 quando con le restrizioni della zona rossa la nostra attività era ferma" esordisce Maddalena D’Amico, presidente dell’Associazione Guide Turistiche dell’Umbria (Agtu) e portavoce dell’associazione Gaia. "Ora il trend è in miglioramento ma non è paragonabile al 2019 per la quasi totale assenza del turismo straniero e per la recrudescenza della pandemia", prosegue aggiungendo qualche numero. "Al momento siamo a una perdita del 70% sul 2019, l’anno scorso eravamo a meno 93%. Insomma non siamo soddisfatti, ancora siamo lontano dal sistema turismo che crea indotto economico per la nostra categoria. Però siamo speranzosi che gradualmente si torni a livelli accettabili di prestazione". Quanto al periodo delle festività natalizie, "in Umbria – osserva – c’è stata una buona presenza, soprattutto turismo individuale, fatto di famiglie, coppie e amici, quello per noi più difficile da intercettare rispetto ai gruppi organizzati e gestiti da agenzie di viaggio e tour operator. Il nostro segmento è particolare, non segue l’andamento lineare di alberghi e ristoranti, solo una parte dei turisti usufruisce dei servizi di visite guidate". Poche però le disdette arrivate. "Quelli che avevano prenotato sono arrivati, chi viaggia adesso è consapevole della situazione, cancella solo se costretto. I turisti arrivano moltissimo dal Nord Italia attirati dal fascino dei borghi, le mete più gettonate sono Gubbio, Assisi, Spoleto". A tracciare un consuntivo è anche Paolo Sperini, vicepresidente dell’associazione Guide Unite dell’Umbria.
"Non è andata male, anzi – racconta –. Soprattutto il periodo del Capodanno, dal 29 dicembre al 2 gennaio, ha avuto molto movimento. Chi aveva prenotato è arrivato, con qualche disdetta non dovuta alla paura dei contagi ma per casi di positività e quarantene. Subito dopo però la tendenza si è fermata improvvisamente, per il ponte dell’Epifania il blocco è stato quasi totale rispetto agli anni pre-pandemia". L’associazione, prosegue "lavora con le grandi agenzie che mandano gruppi e turisti individuali, quest’anno quasi tutti italiani, con pochissimi stranieri per lo più americani. La gente si è mossa, ha voglia di viaggiare, Perugia era piena". C’è però un problema di mercato, aggiunge: "Con questa situazione , la gestione è difficilissima, quasi folle. Un tempo si prenotava con due mesi di anticipo, adesso le conferme arrivano solo negli ultimi giorni, tutto è provvisorio e lavorare così è molto difficile".