
La vittima dello stupro "Lui è fuori, io ho paura"
Ha ammesso di avere paura, da quando il giovane accusato di averla stuprata è uscito dal carcere. Lo ha riferito Ruggero Benvenuto il legale della vittima della violenza sessuale avvenuta questa estate alle piscine di Ponte San Giovanni. La ragazza ieri mattina è comparsa davanti a gip per raccontare i suoi ricordi di quella notte e “congelarli“ con la formula dell’incidente probatorio. In un’ora e mezzo la ragazza ha ripercorso i suoi ricordi, almeno fino al black out, quando cioè le è stata offerta una bevanda "amara" che lei ha bevuto e da quel momento ha iniziato ad avere uno stato di confusione e di mente offuscata fino a perdere i ricordi. Almeno fin a quando non si era conto che qualcuno le stava addosso, abusava di lei. A quel punto - questo il racconto presente anche nella denuncia - è riuscita a comporre il numero di emergenza e chiedere aiuto. Ma, purtroppo, senza riuscire a sfuggire alla violenza. La giovane tramite il suo legale ha voluto anche chiare che non assume sostanze psicoattive ma un semplice integratore di cui vorrà produrre le caratteristiche per specificare che non si tratta di psicofarmaci.
La deposizione della giovane è arrivata ape qualche ora la scarcerazione del giovane indagato per violenza sessuale aggravata e il cui profilo genetico è stato rintracciato sui prelievi effettuati sugli indumenti e sul corpo della ragazza. Ora agli arresti domiciliari il giovane tramite l’avvocato Vincenzo Bochicchio ha chiesto al giudice anche la rimozione dell’obbligo del braccialetto elettronico che il giudice ha stabilito in aggiunta alla restrizione domiciliare, sia il pm che la difesa della giovane hanno fatto opposizione alla richiesta.
Tra le motivazioni addotte quella che "avendo, l’indagato, trascorso del tempo in carcere e certamente acquisito una maggiore consapevolezza in ordine alle conseguenze cui si incorre quando si viola la legge, ben sapendo che eventuali violazioni delle prescrizioni imposte determinerebbe l’immediato ripristino della misura più grave", ma anche tenendo conto della sua "giovanissima età" e della sua "incensuratezza", secondo il gip di Perugia "l’applicazione degli arresti domiciliari può soddisfare le esigenze cautelari per le quali è stata applicata la misura".