La scure dei costi energetici si abbatte su Ast L’azienda pensa alla fermata e prende tempo

Rinviato l’incontro di oggi con i sindacati . E’ cassa integrazione . in Ilserv e Novamont

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Ast prende tempo. Rinviato a data da destinarsi, entro la prima metà di settembre, l’incontro che era stato convocato d’urgenza oggi con i sindacati dei metalmeccanici sul tema “aggiornamento delle prospettive produttive“. Era stato il cavalier Giovanni Arvedi, presidente di Acciai Speciali Terni, ad annunciare nuove fermate produttive per fronteggiare l’aumento smisurato dei costi energetici. Lunedì sera, ricevendo a Carsulae il Premio San Valentino, il cavalier Arvedi aveva dato per scontato il prolungamento della fermata estiva degli impianti. Nella serata di ieri è arrivata la cancellazione del summit odierno con i sindacati. Il problema resta tutto ma Ast cerca di capire se ci saranno provvedimenti governativi di contenimento dei costi, fin qui fuori controllo. L’attività in Acciaieria non è ancora ripresa a regime dopo il tradizionale fermo estivo degli impianti, la cui tempistica varia da reparto a reparto. Si va avanti insomma con la ripresa graduale della produzione, ma la questione è ovviamente enorme e impatta non poco sul più grande stabilimento industriale dell’Umbria e sui suoi 2300 dipendenti diretti. Intanto la situazione non è certo facile neanche per altre aziende. Ilserv, la più grande delle società dell’indotto Ast, ha avviato le procedure di cassa integrazione per due settimane, da lunedì scorso, per il totale dei 147 dipendenti, che si alterneranno nella fruizione dell’ammortizzatore sociale. "Non può non esserci preoccupazione – commenta Giovacchino Olimpieri, segretario provinciale della Fismic – per gli aumenti abnormi dei costi di energia elettrica e metano, che mettono complessivamente a rischio centinaia di posti di lavoro. Sono già diverse le aziende del territorio che stanno attivando le procedure di cassa integrazione".

E se la siderurgia potrebbe piangere, di certo non ride la chimica, le cui aziende sono anch’esse decisamente energivore. L’impennata dei costi energetici e delle materie prime si abbatte sulla situazione di Novamont che già lo scorso 25 luglio, per la prima volta nella storia dello stabilimento ternano, aveva avviato la cassa integrazione. L’ammortizzatore, per tredici settimane, interessa a rotazione i 124 dipendenti. Finora ferie e rallentamenti estivi della produzione hanno permesso la gestione dello strumento senza affanni, ma la partita energetica è tutta da giocare e lo sarà al termine della ’cassa’, più o meno a metà ottobre. Novamont cerca nuove commesse e, insieme all’intero polo chimico, un modo per uscire dall’onda dei costi energetici alle stelle.

Stefano Cinaglia