’La favola’ di Panariello irrompe a Perugia

Grande attesa per il comico che stasera sarà in scena al Teatro Morlacchi e non più al Frontone

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di Sofia Coletti

Una “confessione“ a cuore aperto e col sorriso sulla labbra, scandita da risate, un pizzico di irriverenza, attualità e i grandi classici del repertorio. Giorgio Panariello è la star del sabato sera perugino: il popolare e amatissimo comico toscano porta in scena “La favola mia“, il nuovo spettacolo, stasera alle 21 al Morlacchi e non più ai Giardini del Frontone per previsioni meteo non favorevoli. Organizza Moon in June, i biglietti già acquistati sono validi per il teatro e altri si possono acquistare al botteghino aperto dalle 19.

Panariello, quale favola racconta al pubblico?

"La mia vita, che ripensandoci adesso è stata davvero una favola, con i suoi momenti belli e quelli brutti. La mia è la storia di un ragazzino adottato dai nonni e cresciuto in Versiglia, con la voglia di fare spettacolo: Sempre, ovunque. Ci sono aneddoti così assurdi e divertenti che non avrei potuto inventare".

La passione per la ribalta c’è sempre stata..

"Alle elementari, quando le maestre spiegavano, io facevo la mia firma in continuazione come una prova d’autografo e con la spazzola della nonna come microfono, fingevo di fare le interviste. Ho sempre inseguito il mio sogno in tutti i mestieri che ho fatto, cameriere, elettricista navale, raccattapalle. Consegnavo anche la spesa a casa in bicicletta, senza saperlo sono l’inventore di Deliveroo".

Come dice la canzone di Renato Zero, che omaggia nel titolo, dietro la maschera c’è un uomo..

"Questo spettacolo doveva debuttare prima del lockdown per festeggiare i miei 60 anni e 20 anni di carriera con luci, lustrini e paillettes. Ma dopo ho sentito il bisogno di raccontarmi e non di celebrarmi. E svelo anche come sono nati e cosa c’è dietro i miei personaggi più amati. Per il pubblico diventa uno specchio dove riflettersi".

Ma si può ridere oggi?

"Tutto si può tradurre in un sorriso, anche per dimenticare questo momento così difficile nel mondo. E tutto dipende dal modo sincero in cui si raccontano anche le vicende più drammatiche. Ad esempio mi piace ricordare mio fratello con il sorriso, era una persona divertente".

E’ cambiata la comicità?

"Totalmente. Una volta pensavi una battuta e tre giorni dopo la dicevi in radio o il sabato sera in tv. Adesso dopo un quarto d’ora è già sui social. L’impatto delle piattaforme è prepotente, per la comicità è molto più difficile"

I suoi legami con l’Umbria?

"Per me è come tornare a casa. Ci venivo con gli spettacoli con Carlo Conti già ai tempi di Vernice Fresca e ho ricordi meravigliosi degli spettacoli nelle piazze e della partita di solidarietà dare un aiuto dopo il terremoto- A luglio a Todi ho anche ricevuto il premio alla carriera all’Umbria Cinema Festival. Direi che il mio legame è fortissimo".