Gli agenti del Servizio centrale operativo si sono finiti clienti. Insieme ai colleghi della squadra mobile, sono andati nelle piazze di spaccio. Hanno comprato eroina, più volte dallo stesso venditore. Poi hanno consegnato lo stupefacente al gabinetto di polizia scientifica per farlo analizzare. Niente Fentalyn. Su uno, due, tre campioni. Su ogni singola dose acquistata da aprile a pochi giorni fa, non emergeva traccia dell’oppioide sintetico. Un vero e proprio killer che aveva fatto scattare l’allarme quando ne era stata trovata traccia su un residuo di dose che un’assuntrice aveva consegnato agli operatori dell’unità dei strada di una cooperativa. Una dose "anomala", l’ha definita il procuratore capo Raffaele Cantone. Anomala in particolare per le percentuali di sostanza, il 50% di eroina pura, il 5% di frentanyl, il 30% di codeina, il 15% di diazepam. In soldoni, una vera e propria "bomba" che sarebbe stata letale. Una dose che, alla luce degli accertamenti eseguiti in questi mesi e resi noti in questura, alla presenza, oltre che del procuratore capo, anche del direttore del Servizio centrale operativo, Vincenzo Nicolì, del questore di Perugia, Fausto Lamparelli, e della dirigente della squadra Mobile, Maria Assunta Ghizzoni, risulta essere un "caso sporadico" se non unico, a Perugia quanto in Italia, come confermato dal Nicolì. Perché dell’oppioide non ne è emersa traccia né nelle dosi sequestrate durante quest’ultima attività di indagine, né in quella sequestrata dall’inizio del 2024, su cui sono state eseguite nuove analisi. Un esito confermato anche Guardia di finanza e carabinieri. "Non possiamo parlare di allarme Fentanyl", sintetizza Cantone. Stesso esito, è stato spiegato, hanno dato gli accertamenti fatti nel darkweb, dove gli investigatori sono andati a cercare potenziali canali di approvvigionamento per il mercato perugino o italiano. Gli investigatori sono risaliti all’assuntore che ha consegnato la dose, ottenendo un racconto "parzialmente diverso da quella riferita dagli operatori della cooperativa, soprattutto in ordine agli effetti anomali verificatisi dopo l’assunzione della dose" ha spiegato Cantone.
La presenza di fentanyl era emersa ad aprile. La droga era stata consegnata spontaneamente da una tossicodipendente a personale della cooperativa che avrebbe raccolto le confidenze della giovane donna la quale, nell’assumere la sostanza, avrebbe accusato un anomalo malessere. Le analisi eseguite al laboratorio analisi tossicologiche dell’Università di Perugia aveva verificato la presenza del fentanyl. A quel punto, era scattato l’allarme da parte Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel corso delle verifiche la polizia ha anche individuato sette persone tutte straniere e quasi tutte irregolari e senza fissa dimora, presunti autori di spaccio tra cui anche un 26enne nigeriano che avrebbe ceduto la dose incriminata. Anche il suo racconto sulla famosa dose è al vaglio degli investigatori. Durante l’attività sono stati sequestrati 36 dosi di eroina, due di cocaina e 800 grammi di hashish.