
Mark Kostabi con Rita Rocconi, curatrice della mostra al Nun Spa di Assisi di Massimo Falcinelli
di DONATELLA MILIANI
Assisi, 27 luglio 2016- Autentica superstar della Pop Art, Mark Kostabi, con le sue figure senza volto e senza tempo, i colori forti, il richiamo diretto a De Chirico, è ad Assisi con una mostra di oltre 20 opere, curata da Rita Rocconi dello Studio Artemis e Gino Natoni, negli spazi del Relais Nun Spa di Massimo Falcinelli. Una struttura che è il risultato della raffinata ristrutturazione dell’antico convento di Santa Caterina del XIII secolo. «Avevo già scoperto questo Paradiso lo scorso anno – dice Kostabi –, quando partecipai a una collettiva organizzata dalla Galleria Spagnoli di Firenze dei miei grandi amici Beatrice e Renzo. Luogo magnifico!»
Lei ha detto che per avere successo basta rispettare sei regole: fare arte top, abitare a NY, frequentare glamour party e gallerie, essere professionali, avere una storia “propria” e trovare dei bravi artisti che lavorino con e per te. È così?
«Sì. Ne aggiungo altre due, perchè da quando vivo in Italia, sei mesi l’anno, sono diventato meno cinico, più simpatico: credere in se stessi e non dimenticare i propri amici. E qui ne ho davvero tanti da Milano a Palermo, Umbria e Toscana comprese, of course».
Come era la NY dell’East Village negli anni ‘80?
«Creativa, rinascimentale».
Lei ha conosciuto Warhol. Quanto l’ha influenzata?
«Diciamo che da molti è ritenuto un po’ come il mio padre metaforico. Sono molto vicino alla sua filosofia di vita, alla sua positività. Esprimeva la creatività in molti settori: arte, musica, cinema, editoria. Ecco, in questo sono come lui. In quello spirito rinascimentale che in quegli anni, e non solo a NY, accomunava molti. In Italia ad esempio Tony Esposito, mio amico e grande percussionista, dipingeva. Lo fa tutt’ora, collaboriamo spesso sia per la musica, anch’io suono, sia per le scenografie dei nostri concerti».
Già lei è anche un compositore di successo con concerti in giro per il mondo. Suoi copertina e titolo di “Use your illusion” dei Guns ‘N Roses: 36 milioni di copie vendute. Si dice però lei ami il cinema e la Loren...
«Vero. L’ho incontrata varie volte in un ristorante pieno di miei quadri a Trastevere l’Antica Pesa. La Loren è anche una grande collezionista di arte oltre a essere un’attrice divina. Le ho dedicato un quadro che però non ho venduto. È appeso nella mia casa romana. Lo mostrerò nella docu-comedy “My Italy” in cui Bruno Colella racconta la storia di quattro artisti che hanno scelto di vivere in Italia. Tra i quali io, che farò l’attore in questo caso. Una cosa di cui sono molto orgoglioso.».
Torniamo ai suoi quadri. Costanti le citazioni a De Chirico.
«Sì. In verità prima di “incontrarlo” in Italia, per avere un linguaggio universale, dipingevo comunque figure senza volto. Poi nel ’96 l’ho “conosciuto” qui e ho deciso di citarlo in modo chiaro. Se Warhol è il mio padre metaforico lui è il mio nonno artistico».
Il suo rapporto con la fede?
«Ho incontrato Papa Ratzinger all’inaugurazione di una mostra in una cattedrale nel 2007: esponevo un ritratto di Giovanni Paolo II. È stato molto commovente».
Cosa l’ha colpita di Assisi?
«La sua spiritualità ovviamente. E poi Giotto, il mio bisnonno metaforico. Lui è stato uno dei primi artisti a lanciare l’idea della Scuola cioè di lavorare proprio come nella mia Kostabi World. Non ha fatto il ciclo di affreschi da solo ma con molti giovani allievi. Sono in grande sintonia anche intellettuale con Assisi. Una delle città più belle del mondo».
Ha ancora dei bravi artisti che lavorano con lei?
«Sì ho 12 collaboratori a NY».
Quanto contano i social per un successo come il suo?
«Moltissimo. Io e Rita Rocconi (con Kostabi nella foto sopra) per esempio ci siamo conosciuti su fb. Se quel contatto non fosse avvenuto questa mostra non ci sarebbe stata. Così come non ci sarebbe stata la mia fidanzata o la vendita di molti dei miei lavori».
Esporre quadri in luoghi del lusso è un modo per dire che l’arte ha forza comunicativa anche al di fuori di spazi istituzionali come musei e gallerie?
«Credo proprio di sì – dice Massimo Falcinelli del Nun –. Siamo orgogliosi di ospitare bellezza e creatività in un luogo non certo convenzionale come questo».
Due motivi per convincere chi legge a farsi un viaggio fino qui?
«La prima è Assisi, luogo unico al mondo. E poi i capolavori di Kostabi. Il motto del “Nun“ è “vacanza indimenticabile”, coccolare è la nostra mission».