Infermiera lascia il posto fisso. "La sanità prima era un diritto ma è diventata un privilegio"

La testimonianza di Sara Seccafieno: ’ Per poter supportare e aiutare i pazienti c’è bisogno di tempo. In ospedale oggi ormai devi fare numeri e prestazioni’

Sara Seccafieno è stata in prima linea anche nel periodo del Covid

Sara Seccafieno è stata in prima linea anche nel periodo del Covid

Foligno, 21 marzo 2023 – «La sanità in Italia era un diritto, ora è un privilegio. La sanità pubblica, finanziata da ognuno di noi, è stata denudata lentamente e oggi è sostituita dalla sanità privata. Non ce lo ha detto nessuno. Eppure io ci spero ancora". Sara Seccafieno è una giovane infermiera, con un lungo trascorso nelle aziende sanitarie pubbliche dell’Umbria, in servizio dal 2016, tra un contratto a termine e l’altro.

Dal 2021 ottiene il tempo indeterminato grazie ad un concorso ma a marzo 2023 prende una decisione destinata a cambiare la sua vita, quella di lasciare il ‘posto fisso’. Lo ufficializza sui social, attraverso un post diventato subito virale, letto poi durante il consiglio comunale aperto sulla sanità di Foligno dalla sorella, Michela, assessore a Valtopina. "La mia è sempre stata una scelta professionale dettata dalla passione e dal desiderio di essere di supporto agli altri – racconta – e questo ho perseguito sempre. Almeno finché non mi sono resa conto che quello che doveva essere la mia professione era diventato altro. Per poter supportare e aiutare, c’è bisogno di tempo. In ospedale oggi ormai devi fare numeri e prestazioni. E quello che insegnavo agli studenti come tutor, non trovava riscontro in ospedale".

Così in lei il malessere diventa tale da pregiudicare la sua salute, da qui la decisione di lasciare. "Sono contenta della mia scelta e di averla condivisa. Ho ricevuto tanti riscontri di colleghi in tutta Italia che testimoniano la stessa tendenza". Il post non lascia spazio alle interpretazioni: "Una scelta piena di opinioni. C’è stato chi mi ha incitata e chi mi ha frenata, chi mi ha definito matta e chi coraggiosa, chi mi ha detto brava e chi mi ha detto somara! Ho ascoltato tutti con interesse, ma poi ho ascoltato Sara.

La Sara infermiera, professionista che troppo spesso è stata delusa. La Sara cittadina italiana, che ha visto scomparire il Diritto più importante a noi dovuto, la Salute. La Sara giovane ed energica, spenta da un sistema vecchio e demotivante. Il sistema non mi piace e non condivido tante scelte, quindi è stato corretto che io me ne sia andata". E ancora: "Spero che gli ospedali tornino ad essere luoghi di cura e smettano di essere Aziende che erogano prestazioni.

Spero che si inizi a parlare di persone e non più di pazienti. Spero che ci sia il Giusto personale per la Giusta assistenza. Spero che torni di moda la meritocrazia di qualità, spesso calpestata da quella parentale o politica. Spero che si inizi a monetizzare di più il lavoro vero, quello duro e quotidiano, non solamente quello straordinario, che svende la professionalità ma garantisce la quantità. Spero che il sistema riprenda a funzionare. Spero che un giorno, avrò parole migliori perché le cose saranno migliori. Oggi, ho voluto condividere questa scelta, anche per dare voce ai tanti colleghi che la pensano come me".

Alessandro Orfei