ERIKA PONTINI
Cronaca

"Indagheremo sul metadone dato ’in affido’"

L’annuncio del procuratore di Terni, Liguori. L’oppioide utilizzato nella terapia sostitutiva viene consegnato ai tossicodipendenti.

di Erika Pontini

In gergo, tra i tossicodipendenti, si chiama ’affido’. Ovvero il Serd, servizio per le tossicodipendenze, consegna agli assuntori iscritti che stanno tentando di uscire dal tunnel attraverso la terapia a scalare, dosi di metadone, ad esempio nel week-end, quando il servizio è chiuso, invece che somministrare di volta in volta la singola razione giornaliera in presenza. E’ una modalità prevista dalla legge nell’ottica della responsabilizzazione del paziente ’affidare’ anche dosi fino a 30 giorni consecutivi. E, considerando che la razione media è di circa 70 mg significa poter conservare anche oltre 2mila mg di droga.

La stessa che sembra aver ucciso due adolescenti a Terni. Ma se per molti l’affido è parte della terapia, alcuni tossicodipendenti – come accaduto proprio a Terni – rivendono la sostanza a pochi euro per poter acquistare l’agognato quartino di eroina. Anche su questo aspetto della tragedia di Flavio e Gianluca, il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, che coordina le indagini del comando provinciale dell’Arma, vuole fare chiarezza. "Vogliamo verificare l’autoregolamentazione nella distribuzione del metadone ai tossicodipendenti", ha spiegato il magistrato alla trasmissione radiofonica di Rai3.

Sembra infatti che Aldo Maria Romboli, il 41enne arrestato per spaccio e morte come conseguenza di altro reato, abbia diviso in due parti la quantità di oppioide sintetico che gli era stata consegnata dal Serd, per rivenderla ai minorenni per 15 euro, diluita in acqua. Una dose che per loro si è rivelata letale. Se ci fosse stato dell’altro in quella bottiglietta spetterà alla tossicologa Paola Melai accertarlo. L’esperta infatti svolgerà verifiche sia sui fluidi delle vittime, prelevati in seguito all’autopsia (che sarà eseguita oggi dal dottor Massimo Lancia) facendo lo screening di tutte le sostanze stupefacenti conosciute e valutando anche l’eventuale presenza di alcol, che sui campioni (le bottigliette) sequestrati dai carabinieri sia nell’abitazione dell’indagato che nella disponibilità dei ragazzi.

Nelle ore immediatamente successive alla tragedia è circolata l’ipotesi investigativa di un mix di metadone e codeina, un analgesico a base di metilmorfina utilizzato anche per la tosse, che spesso viene miscelato con bibite gassate per comporre il purple drink, la bevanda dello sballo utilizzata dai giovanissimi. Assunto insieme al metadone ne potenzia gli effetti neurodeprimenti del sistema nervoso centrale.

Flavio e Gianluca infatti hanno accusato il primo malore subito dopo l’assunzione, cominciando a vomitare mentre si trovavano ancora al campetto di calcio con gli amici. Qualcuno tra loro ritiene infatti di aver notato un colore violaceo nel vomito. Di lì l’ipotesi, ancora tutto da verificare della presenza di codeina.

La morte per overdose in seguito all’assunzione di metadone – sostanza che si trova anche sul mercato clandestino delle droghe – non è assolutamente un evento raro. A maggior ragione se si tratta di adolescenti, i cui fisici non sono in grado di ’reggere’ il peso di una sostanza comunque tossica.

Accadde proprio a Perugia, nel vecchio ’Repartino’ di psichiatria, quando un paziente morì in seguito all’assunzione di una dose di metadone prelevata dal carrello. E’ accaduto recentemente nelle carceri in rivolta dopo il lockdown. La strage è da imputarsi a overdose da farmaci. E spesso passano inosservate le assunzioni non fatali di metadone da parte dei bambini che bevono dalle bottigliette lasciate incustodite dai genitori in cura al Serd e finiscono intossicati. Ma vivi.