Il pusher ora piange e urla: "Sono distrutto"

Aldo Maria Romboli ha ammesso di aver venduto il metadone agli adolescenti. Per gli inquirenti non sarebbe stata la prima volta.

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di Stefano Cinaglia

"Flavio e Gianluca, ciao da tutti noi" , è lo striscione apparso sul campetto di San Giovanni, dove Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15, lunedì hanno giocato l’ultima partita prima dell’assunzione di metadone, fornitogli da Aldo Maria Romboli. Poi il malore, già in serata su quello stesso campetto, quindi il ritorno a casa, il letto e la morte, in rapida e tragica successione. Gli amici di San Giovanni, gli stessi che hanno portato i carabinieri a bloccare il pusher, li ricordano anche con quello striscione. Cosa abbiano assunto di preciso i due ragazzi ed eventualmente con quale tempistica ancora non si sa, sicuramente metadone ma gli inquirenti, in attesa dei risultati degli esami tossicologici, non escludono altre sostanze, a cominciare dalla codeina. E tra le ipotesi del mix di droghe c’è quella del famigerato "Purple drank", che si ottiene mescolando acqua, gassosa, sciroppo per la tosse a base di codeina e, eventualmente, altre sostanze, tipo metadone.

Uno scenario tutto da verificare, ma che lascia aperte le indagini anche al coinvolgimento di altri pusher. Intanto oggi Aldo Maria Romboli compare davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, accompagnato dall’avvocato difensore Massimo Carignani, che ieri lo ha incontrato nel carcere di Sabbione. Carignani in queste ore è stato anche oggetto di offese via social, proprio in virtù dell’incarico assunto come difensore dell’arrestato.

Allo stesso Carignani, sempre via social, è arrivata anche la solidarità di colleghi e cittadini, che invece sottolineano il fatto che il professionista sta facendo semplicement eil suo lavoro. "Con Romboli ho potuto parlare poco – spiega il legale – perché singhiozzava. È un uomo distrutto, si sente in colpa per quello che è successo e ha finora prestato la massima collaborazione agli investigatori. Praticamente ha confessato, ammettendo la cessione di metadone ai due ragazzi. Urla e piange, si trova in evidente stato confusionale. Non dimentichiamo che è una persona disturbata, un tossicodipendente in cura negli appositi servizi sanitari. Non fa che ripetere: ‘Sono distrutto, mi sento un verme per quello che è successo’".

Per il legale ogni altra valutazione sulle indagini dovrà essere fatta "solo dopo una perizia tossicologica", che accerterà le cause della morte dei due giovanissimi. Intanto secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la cessione di metadone da Romboli ai due ragazzini, avvenuta lunedì sera, non sarebbe stata la prima. Al 41enne ternano viene contestata un’analoga cessione, sempre a Flavio e Gianluca, nei primi giorni del giugno scorso. E’ quanto emerge dal provvedimento di fermo a suo carico firmato dal procuratore Alberto Liguori e dal sostituto Raffaele Pesiri. "Cedeva sostanza stupefacente di tipo metadone – è scritto nell’atto-, versato in una bottiglia di acqua piccola da 0,75 ml (...), che poi beveva insieme a loro. In Terni agli inizi di giugno 2020".